Ad un osservatore accorto non può sfuggire lo stato di distrazione nel quale siamo immersi. Non possiamo rinunciare al cellulare che consultiamo centinaia di volte al giorno: mentre lavoriamo, mangiamo, guidiamo, guardiamo un film, siamo a letto. Molte sono le conseguenze di questo nostro atteggiamento: intanto non riusciamo più a concentrarci su una cosa alla volta facendo tutto in modo approssimativo. E tanto per sfatare una leggenda metropolitana, il nostro cervello non è concepito per il tanto auspicato multitasking: attitudine a fare più cose contemporaneamente; purtroppo in questo le macchine ci battono clamorosamente. Riusciamo a portare avanti molte cose a patto che svolgiamo rigorosamente una attività dopo l’altra. Da qui lo stress, il senso di inadeguatezza che ci induce alla fretta del giudizio sulle persone e le cose. Ma c’è un altro fattore apparentemente positivo ma che è già diventato negativo: abbiamo debellato la noia. Non ci annoiamo più; non abbiamo più il tempo di farlo: quando dobbiamo aspettare l’autobus, guardiamo i post di Facebook sul cellulare o giochiamo. Ricordo che quando ero piccolo tornando a casa dal collegio mi annoiavo e chiedevo ai miei di farmi fare qualcosa: mi ingegnavo per trascorrere le lunghe ore pomeridiane con occupazioni varie. La noia è un meccanismo che ci rende creativi, stimola il pensiero che è anestetizzato quando siamo concentrati, si fa per dire, sui nostri cellulari. Già il tempo utilizzato per chattare, giocare, smanettare, è letteralmente rubato alle letture, agli incontri con gli amici. Cerchiamo di pensarci ogni tanto tra un messaggio di WhatsApp e l’altro.