Solitamente gli ultimi giorni dell’anno sono dedicati ai bilanci, e io non sfuggo a questa consuetudine, anche per fare mente locale: capire cosa si è fatto e cosa resta ancora da fare; molto, ovviamente.
La novità più eclatante è questo nuovo ministero per la famiglia e le disabilità con un aumento di 100 milioni ain bilancio e alcune pensioni che, a certe condizioni potranno essere portate a 780 euro.
Il ministero può piacere o no ma, ora esiste e dovremo verificare se e quanto sarà utile: al momento si è appena insediato.
Il “piccolo aumento”. 100 milioni in più per la non autosufficienza: l’aumento del fondo è la buona notizia che la legge di bilancio contiene e destina alle persone con disabilità e alle loro famiglie. Il fondo per il 2018 – lo ricordiamo – ammontava a 462,2 milioni di euro, di cui 447,2 destinati alle regioni, 15 al ministero delle Politiche sociali. La relativa proposta di decreto di ripartizione delle risorse è stata presentata a fine ottobre alla Conferenza unificata. Con l’incremento previsto dalla legge di bilancio, la somma arriverebbe quindi a quasi 600 milioni. Per alcune associazioni, “uno sforzo irrisorio”, che andrebbe incrementato.
Il reddito di cittadinanza dovrebbe partire a febbraio del 2019, con un decreto atteso in gennaio che dovrà determinare limiti e paletti, credo molto stringenti.
Nella cultura in generale il tema della disabilità si fa lentamente strada imponendosi nei libri, in tv, nei film e in passerella. Così abbiamo un fiorire di libri, film di registi e associazioni, comparse di disabili in tv: una lenta affermazione registrata da qualche anno. Anche le paraolimpiadi hanno avuto una eco maggiore e le l’edizione invernale in Corea ha visto la partecipazione di 567 atleti provenienti da 49 diverse delegazioni; più delle scorse edizioni.
Passiamo ora però alle aspettative disattese. Nulla di fatto sulla legge sul caregiver familiare, nonostante sia stata invocata da numerose associazioni che tutelano i diritti dei disabili.
La riforma del sostegno, è ancora lontana. L’inclusione scolastica, malgrado le promesse, non ha ancora visto una riforma che a fine 2018 ha subito una battuta d’arresto, anche se il governo sostiene che sarà varata nel 2019.
Delusione anche per il piano non autosufficienza. Il tavolo interministeriale è stato costituito ma a tutt’oggi non ha ancora elaborato un piano strutturale, nè si conosce l’ammontare delle risorse disponibili.
Naturalmente si prevedono azioni di protesta.