“La fine è il mio inizio”: pensieri liberi fuori dalla recensione.

Ho riletto con avidità il libro di Tiziano Terzani (la fine è il mio inizio) nell’edizione Audible con vari lettori che lo hanno reso ancora più coinvolgente. Ammiro ogni cosa di Tiziano Terzani, tra le pieghe dei suoi libri, possiamo reperire perle preziose e autentiche. In poco tempo ho letto 3 dei suoi libri. Rileggere per me è cosa rara, convinto come ero, che una volta letta una opera fosse giusto passare ad un’altra; e invece la rilettura apre ulteriori orizzonti perchè tra la prima lettura e la seconda è passata vita e sono maturate esperienze. Mi è piaciuto particolarmente lo scopo perseguito dall’autore di trasmettere ai figli e ai suoi lettori il suo testamento spirituale cioè: la sua vita, le sue illusioni e disillusioni. Ho amato quella sua apertura a tutte le culture e le religioni imbevendosene ma restando autenticamente fiorentino. Quel suo essere attratto sia dalle antiche civiltà che dalla tecnologia, quel saper prevedere situazioni o crisi. Il tutto con estrema semplicità affrontando temi tabù da sempre come la morte. Il cerchio ha inizio con la nascita e termina con la chiusura cioè la morte, che viene dal protagonista affrontata con tranquillità tipica di chi ha vissuto una vita fortunata e ora non si aspetta altro. Terzani qui esprime il suo credere in un Dio e nell’illuminazione intesa come risveglio dal torpore e dal sonno che pervade le nostre vite. Consapevole di aver vissuto una vita fortunata, ora vuole essere il nessuno, non più Terzani viaggiatore, scrittore, giornalista ma semplice uomo che vuole esser niente. “L’inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio. Perché sono sempre più convinto che è un’illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c’è progresso. Non c’è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare. Lo vedi anche nei fatti, nella banalità dei fatti, nelle guerre che si ripetono.” Diversi i consigli che Terzani lascia al figlio attraverso quello che lui definisce un viatico perchè ognuno ha in sé una forma di immortalità relativa che si esplica attraverso una volontà di continuazione che solo la progenie può adempiere.
Folco prende nota dei consigli del padre che lo invita a vedere il mondo con i propri occhi, a cogliere la diversità e ad essere un uomo libero. È una confessione quella dunque che Terzani regala alla sua famiglia e ai suoi lettori per invogliare gli uomini a vedere un mondo migliore, un ultimo regalo dell’autore. Nel 2011 dal libro è stato tratto un film omonimo “La fine è il mio inizio” (Fandango), con Bruno Ganz e Elio Germano.
Sono stato talmente coinvolto dal suo ondeggiare tra il fatalismo e l’efficentismo, che per qualche giorno non sono riuscito a passare ad altri libri. Inizialmente mi ha spiazzato la sensazione spiacevole che a nulla vale il nostro lottare, argomentare, criticare: tanto il progresso, così mitizzato dal pensiero occidentale, porta a ripetere guerre, errori e prima o poi arriva il “distruttore” che rimette tutto in discussione. Poi ho capito che dobbiamo llavorare più su noi stessi che sugli altri, dare meno importanza all’esteriore e, semplicemente adoperarci per fare al meglio il proprio dovere. Sarà banale ma è proprio vero che la chiave sta nel mezzo tra due posizioni estreme. Arricchire se stessi quindi, per arricchire tutti e ho ripreso a coltivare le mie passioni.

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