In pulman: scrivere non è facile! tra scossoni e frenate.

Riprendo a fissare le idee nella scrittura fuori casa. Già ho scrito in treno lasciando rifluire il fiume dei ricordi:

ora provo a scrivere in pulman e quasi mi scappa il cellulare a causa di 2 frenate decise che hanno frenato i pensieri che, come il pulman, ripartono. Sono di ritorno dall’ufficio dove ho parlato per 6 ore: quando esco ho bisogno di minuti e minuti di silenzio e il ulman svolge questa funzione con metodo. Mi diverto a riorganizzare il pomeriggio, spesso passo in rassegna i vari social, le mail e a volte provo a concentrarmi sul niente. I continui scossoni mi tengono sveglio. Oggi invece aggrappato al sedile scrivo e, dopo un rodaggio di salti che mi fanno spostare le dita sulla tastiera, riesco perfino a scrivere come se le dita fossero delle sporgenze del cervello. C’era un tempo in cui prendevo l’autobus per andare a scuola; premuto e spremuto, in piedi, aggrappato disperatamente er resistere agli spintoni, ai pestoni ma, visto dal trampolino dell’età, era anche divertente. Ogni cosa a suo tempo, oggi non resisterei più a quelle sollecitazioni: son in un pulmino quasi vuoto e apprezzo lo stesso: il silenzio, l’attesa del pranzo, il flusso pigro e stanco dei pensieri.

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