Un articolo di Valerio Manippa Quanto siamo influenzati dai midia? E fino a che punto lo sono i giovani!
Secondo uno studio condotto su quasi 1.500 giovani fra i 14 e i 24 anni del Regno Unito dalla Royal Society for Pubblich Health nel 2017 (https://www.rsph.org.uk/…/d125b27c-0b62-41c5-a2c0155a8887cd…), Instagram è risultato essere il social network (tra quelli più famosi) più “pericoloso” per la salute mentale dei suoi stessi iscritti.
Alti infatti sono i tassi di ansia e depressione di chi frequenta questo social, seguito a ruota da Snapchat. “È interessante notare che Instagram e Snapchat, i peggiori in classifica per il benessere e la salute, siano entrambe piattaforme che ruotano intorno all’immagine e sembra che possano condurre a sentimenti di inadeguatezza e ansia fra i più giovani” ha spiegato Shirley Cramer, amministratrice delegata della Royal Society. Immagini che, grazie ai vari filtri, spesso non raccontano la realtà. Immagini che rappresentano spesso corpi che, se non conformi agli standard ideali, spesso sono oggetto di cyberbullismo.
In effetti i mezzi di comunicazione come la televisione, le riviste o i social hanno una notevole influenza sulla percezione dell’ immagine corporea e di conseguenza anche sulle scelte e sul comportamento alimentare. Uno dei lavori più importanti in questo ambito è stato fatto dal gruppo della dottoressa Beckert (Beckert et al., 2002) studiando l’impatto di alcuni media occidentali sul comportamento alimentare di un gruppo di ragazze provenienti dalle isole Fiji. In queste isole dell’Oceania prima del ’95 un aspetto fisico sano e una figura robusta erano lo standard di bellezza e veicolavano benessere emotivo e salute fisica; di fatto i disturbi del comportamento alimentare risultavano quasi assenti.
Nel 1995 in queste isole cominciarono a fare capolino serie televisive occidentali come “Beverly Hills 90210” e “E.R.” e nel giro di 3 anni il numero di ragazze adolescenti che presentavano punteggi a rischio nelle scale che valutano i disturbi del comportamento alimentare, passò dal 13% al 29%. In particolare, in una cultura in cui le restrizioni dietetiche erano disapprovate e scoraggiate fino a qualche anno prima, nel 1998 il 69% delle ragazze dichiarò di aver seguito una dieta e il 74% di sentirsi a volte sovrappeso. Inoltre, mentre nessuna ragazza inclusa nello studio si era mai procurata vomito prima del 1995, nel 1998 l’11% di queste ragazze dichiarò di averlo fatto.
In quegli anni l’apertura ai media occidentali non fu l’unico cambiamento nelle Fiji che attraversavano un periodo generale di modernizzazione. Tuttavia durante le interviste, le ragazze fecero diretti riferimenti alla relazione tra quello che vedevano in tv e la percezione del proprio corpo: “[…] Le attrici e tutte quelle ragazze […] mi piacciono, le ammiro e voglio essere come loro. Voglio i loro corpi, voglio le loro taglie. Perché noi abitanti delle Fiji, la maggior parte di noi potrei dire, siamo cresciuti con questo cibo pesante, i nostri corpi sono, o stanno diventando, grassi. E ora, sentiamo che è brutto avere questi corpi enormi. Dobbiamo avere quei corpi magri e sottili”.
Questo studio, pioniere ma rappresentativo, dimostra quanto potente possa essere l’influenza di un media sulla percezione del proprio corpo e dunque sulle proprie scelte alimentari: in 3 anni è stato possibile modificare l’ideale di bellezza di una cultura millenaria. Sarebbe quindi quantomeno interessante sapere quanto i social “selfie-centrici” , possano determinare una riorganizzazione della percezione di sé e del proprio comportamento alimentare, considerato anche che si possono ricevere feedback più o meno zelanti sulle proprie immagini postate.
Bibliografia:
Becker, A. E., Burwell, R. A., Herzog, D. B., Hamburg, P., & Gilman, S. E. (2002). Eating behaviours and attitudes following prolonged exposure to television among ethnic Fijian adolescent girls. The British Journal of Psychiatry, 180(6), 509-514.