VANGOG SULLA SOGLIA DELL’ETERNITA’: COSA PORTO A CASA.

Mi è sempre piaciuto andare al cinema, piuttosto che vedere un film a casa: ti muovi per andarci, non sei solo e ti costringi su una poltrona concentrato per non perdere niente del film; mentre a casa: ti cerchi qualcosa da mangiare, ti distrai con l’iphone, dormi, ricevi chiamate o messaggi, e potrei continuare ancora. Questo pomeriggio sono andato quindi a vedere “Vangog sulla soglia dell’eternità” e da molte cose sono stato colpito.
Intanto l’estrema serietà con la quale Vangog ha vissuto l’arte: quasi una religione, una necessità, la ricerca di dare conforto agli esseri umani, la particolare ed unica visione che ciascuno ha di ogni cosa. Vedere le cose con occhi diversi: quanto siamo miseri noi mentre controlliamo le visualizzazioni, i like delle cosucce che scriviamo e soffriamo se non siamo apprezzati! Vangog è morto povero, non ha sorriso molto ma molto ha amato: suo fratello dal quale era riamato, Gogain col quale dissentiva su molte cose ma per il quale è stato capace di compiere un gesto folle, come il taglio dell’orecchio. E poi ancora la precisa sensazione di spendersi per il futuro, di seminare sapendo che non avrebbe visto il raccolto: anche qui, che campioni di impazienza siamo noi!
Noi ci aggiriamo nei musei, cerchiamo i quadri che non comperiamo perchè non abbiamo soldi, leggiamo critiche letterarie e ignioriamo la vera domanda. Non se e quanto ci piace un quadro, una sinfonia; ma quanto questo quadro, questa sinfonia ci cambiano la vita, quanto ci scavano dentro, quanto è centrale o marginale l’arte nella nostra esistenza!
Dunque mi propongo di non lasciarmi sviare da commenti sarcastici o malevoli, di seguire l’istinto creativo anche nel caso non sia compreso. Credo che Vangog fosse stato felice solo mentre dipingeva velocemente e furiosamente e quindi, se una azione ci può dare felicità, serenità, perchè lasciarsi manipolare dalle opinioni degli altri anche se in buona fede. L’ultima cosa che mi ha colpito è il fatto che nei suoi ultimi 80 giorni di quiete, ha prodotto ben 75 quadri. Davvero stupefacente!

VUOI TU CONOSCEREL’UOMO CHE HA IL CUORE SCARDINATO?

“Lo riconoscerai] dal suo molto parlare, dal turbamento
dei suoi sensi, e dal fatto che in ogni cosa che si dice
litiga per prevalere in essa. Ma colui che ha gustato la
verità non litiga neppure per la verità. Colui che è
ritenuto zelante verso gli uomini a motivo della verità,
non ha ancora imparato la verità, qual essa è. Quando
infatti la impara in verità, desiste anche dallo zelo
per essa. Il dono di Dio e la conoscenza di lui non sono
motivo di turbamento e di urla, ma il luogo dove abita lo
Spirito è interamente pieno di pace, amore e umiltà; e
questo è il segno della venuta dello Spirito: che colui
nel quale egli ha preso dimora è perfetto in queste realtà.
La verità è Dio!”

Isacco di Ninive

Una frase di Isacco di Ninive, asceta, vescovo visswuto tra il 600 e il 700. Mi ero segnato questa frase da diversi anni sul pc perchè mi colpisce l’estrema attualità che è emblematica della sua conoscenza dell’animo umano.

Da questo frammento discendono diversi corollari:

le persone rissose, che si accapigliano per ogni cosa, hanno il cuore scardinato.

Il vero credente, colui che ha fatto esperienza di Fede, non difende le sue tesi con la spada, non è intransigente.

La mancanza di umiltà è propria delle persone che, pur coltivando la sapienza, non ne fanno sfoggio, lasciano andare, non prevaricano.

Semplicistico sarebbe allora affermare che il nostro tempo, fatto di urla alla tv e negli uffici, di sopraffazione delle persone, di fanatismo ideologico e religioso si nutre di superficialità. Divora secondo leggi prettamente consumistiche le idee che bruciano come cerini al vento, offende, insulta e violenta moralmente e fisicamente i credenti di altre religioni.

Probabilmente è sempre stato così, forse oggi i media amplificano situazioni e cose. Sicuramente la Cultura è di pochi, l’Ascesi è di pochi, l’Umiltà è di pochi, la Mansuetudine è di pochi. Sono quei Pochi che fanno progredire la storia. E allora, grazie a quei pochi!

ANATOMIA DEL CARISMA.

COSA e’ IL CARISMA? CARISMATICI SI NASCE O SI Puo’ DIVENTARE?

                Reagisco stimolato da un video: carismatici si nasce o lo si può diventare? Non mi riferisco al Carisma in senso religioso, che andrebbe approfondito meglio, ma a quello psicologico: cioè quella capacità che ciascuno può avere o no di esercitare una attrazione sugli altri, influenzarli diventando un leader.

Secondo voi uno il carisma lo ha dalla nascita o può acquisirlo? Indipendentemente da ciò che ciascuno ne pensa, esiste una letteratura anche su questo. Vediamo in sintesi alcuni pilastri del carisma:

1 – Autostima: indica una certa sicurezza nei propri mezzi: il confidare nei propri mezzi, genera fiducia che attrae chi ne è carente. Una persona insicura non sarà certamente carismatica. Questa nei personaggi famosi magari può essere creata artificialmente dai midia

2 – Visione: le persone che riescono ad avere una visione, un progetto, una direzione di vita attirano a sè, perché vedono quello che gli altri non riescono proprio a vedere.  Abbiamo personaggi come Nelson Mandela, Martin Luther King oppure visionari come Steve Jobs o Picasso.

3 – Costanza e determinazione: questi sono dotati di foloontà fuori dal comune e procedono oltre là dove le persone comuni si fermano. Penso a personaggi come Pietro Mennea, Alex Zanardi e molti altri che sono un esempio per molte generazioni.

4 – Azione: queste persone non solo parlano ma, agiscono, si coinvolgono e compromettono. Costoro riescono ad attrarre persone che possono portare avanti il loro progetto anche dopo di loro. Penso a don Bosco oppure a personaggi come Enzo Ferrari.

5 – Talento: ce lo vogliamo mettere il talento in una epoca in cui lo spontaneismo è al potere? Devi averlo o comunque lavorarci sopra ma soprattutto devi esserne consapevole. La consapevolezza determina la famosa vocazione: il sapere quale è la tua strada.

6 – Entusiasmo: se il capo comanda, il carismatico col suo entusiasmo coinvolge e ispira gli altri. L’entusiasta contagia le persone con le proprie emozioni e idee.

Ma allora possiamo aumentare la nostra dose di carisma, ammesso che lo si voglia? Credo di si, credo che il nostro vivere abbia bisogno di carisma. In sintesi sono convinto che sia utile:

1 – lavorare sulle nostre convinzioni limitanti passando dal “non riesco” a “ce la posso fare”.

2 – Coltivare il dialogo interno sui nostri talenti.

3 – Lavorar e sul nostro stile marticolare che ci rende, non migliori ma unici.

4 – Crearsi intorno una buona reputazione su ciò che facciamo, i luoghi che frequentiamo.

5 – Coltivare il senso dell’umorismo e l’autoironia. Prendere sul serio le nostre passioni e non rimanere vittime dei nostri errori: le prime restano, i secondi semplicemente accadono e passano.

6 – Circondarsi di persone fantastiche. Conoscere tutti ma frequentarne alcuni.

7 – Cercare di valorizzarsi sia con se stessi che con gli altri. In pratica l’arte del sapersi vendere in senso buono: dare valore anziché sminuire.

Ovviamente ho scritto soprattutto per me, per tenere questi pilastri in debito conto e per poterci lavorare. Vediamo se qualcuno è riuscito ad arrivare fino alla fine di questo scritto: se ci siete riusciti, scrivetemelo nei commenti.