Usi e getti
http://menteeanima.com/2019/03/31/consumismo-digitale/
— Leggi su menteeanima.com/2019/03/31/consumismo-digitale/
In treno: riflessioni di un ascoltatore.
Sono in treno, di ritorno da un convegno. Non viaggio più spesso come un tempo quando studiavo a Torino, poi a Bologna. Guardandomi intorno, sarebbe dire Ascoltando intorno, perchè la mia vista non supera il micron di distanza, non posso fare a meno di rimarcare differenze e far affiorare ricordi. Un tempo viaggiavo da solo, altro che assistenza come c’è oggi, che Dio li benedica; ricordo ,di aver sempre trovato qualcuno disponibile ad aiutarmi a salire o scendere dai treni. Ricordo una ragazza disperata all’idea che mi fossi alzato con anticipo prima che il treno raggiungesse la stazione: !cosa vuoi fare, ricordati che la vita è bella nonostante tutto”, “tesoro mio, non ho alcuna intenzione di buttarmi dal treno in corsa, la vita è proprio bella. Volevo solo raggiungere la porta per poter scendere subito` Per quanto riguarda le differenze, non posso non ricordare il vociare intensissimo: non c’erano cellulari e le persone si presentavano, si conoscevano e raccontavano la loro vita. Molti incontri e amicizie vere sono nate in treno. OGGI è tutto più silenzioso, quasi asettico: dialoghi solo tra persone che viaggiano insieme, per il resto, suonerie di tutti i tipi, conversazioni telefoniche, musica ascoltata in cuffia, qualche lettura, innumerevoli like sui social. “Devo cambiare telefono”, dice una, “ma questa volta passi ad android o resti con apple?” “ah io apple tutta la vita, scherzi”! @
Insomma non voglio nè rievocare e giudicare se era meglio prima o adesso; Semplicemente, ascolto, registro: mi Ascolto intorno.
L’IMPORTANZA DELLA SCRITTURA NELL’ERA DIGITALE
L’IMPORTANZA DELLA SCRITTURA NELL’ERA DIGITALE
https://metismagazine.com/2019/02/01/limportanza-della-scrittura-nellera-digitale/
— Leggi su metismagazine.com/2019/02/01/limportanza-della-scrittura-nellera-digitale/
Potremo annullare i messaggi su messenger.
Una notiziola insignificante, anche se in qualche caso, potrà riparare il danno da frasi troppo dirette, magari dettate dalla rabbia.
Tra qualche giorno sarà possibile anche su messenger e facebook cancellare i messaggi. Con un prossimo aggiornamento anche su messenger, così come su whats app, potremo rimuovere i messaggi entro 10 minuti per tutti, selezionando la opzione di rimozione per tutti. Potremo ovviamente anche rimuovere il messaggio solo per noi, lasciandolo all’utente al quale era diretto.
Whats app “odio et amo”: mai per 10 minuti!
Può esistere un galateo per whats app? Beh! qualche piccola regola ci dovrebbe essere. Avete mai ricevuto messaggi di 10 o più minuti, con giri di parole, lunghe pause e ripetizioniche ti innervosiscono? Io si, e se fare un messaggio vocale può essere più semplice, per chi riceve un messaggio così tossico può essere quantomeno imbarazzante.
I messaggi vocali sono tornati in auge. Basta osservare quanta gente cammina con il cellulare davanti a sè mentre sta parlando con foga; l’inkedin li ha implementati ora seguendo viber, whats app e messenger. Ma anche facebook ed instagram si apprestano a renderli possibili sulle loro piattaforme. Negli anni 90 e anche dopo li abbiamo detestati perchè eravamo costretti a chiamare la segreteria, digitando codici, pagando, per poter ascoltare magari uno che buttava giù il telefono. Ditemi quanti di voi chiamava la segreteria! io quasi mai. Le nostre chat erano diventate esclusivamente scritte: più vantaggioso perchè potevi sbirciare velocemente e rispondere al volo anche in mezzo a molte persone, potevi rispondere dopo perchè erano in memoria. Addirittura nel 2012 uno studio, ma non potevano fare altro, si decretava la morte dei messaggi vocali: “per gli adolescenti esiste solo il Testing”. L’anno successivo whats app si reinventa la messaggeria vocale senza più passare dalla odiata segreteria, poi semplificandola ulteriormente consentendo di messaggiare a mani libere. Oggi il messaggio vocale è un odio-amore. Se da un lato chi invia un messaggio vocale lo può fare mentre cammina, cucina o è in auto evitando di scrivere in condizioni difficili, per chi lo riceve è un problema imbarazzante. Non puoi ascoltarlo difronte a molte persone a meno di accostarlo all’orecchio, pratica decisamente sconveniente se sei in compagnia. Non puoi immediatamente sapere se è una richiesta urgente o una semplice divagazione sulla finta bomba di neve. Il più delle volte non si va al punto, si divaga facendo perdere tempo.
Provo a dare qualche indicazione su come potremmo impiegare questa possibilità al meglio.
1 – utilizzarlo solo se per alcune circostanze non possono proprio essere sostituiti da un meno invadente messaggio scritto: quando si è in auto, si stanno sbucciando le cipolle, si hanno difficoltà di scrittura;
2 – Sulla lunghezza poi: pochi secondi perchè inducono a rispondere con messaggio vocale e se sappiamo fare sintesi, in pochi secondi possiamo lanciare un messaggio efficace;
3 – Inoltrare il meno possibile un messaggio audio. Proverbiale in proposito il messaggio inoltrato di Rocco Casalino, il pentastellato che era dispiaciuto del crollo del ponte perchè lo distoglievano dalle ferie facendogli saltare il ferragosto.
Spesso, negli audio, si tende a essere troppo assertivi. Spiega il sociologo della Comunicazione, docente a Messina, Francesco Pira: «Il messaggio audio è un nuovo codice comunicativo, perché la sua prima funzione è esprimersi senza contraddittorio. L’effetto è che lo mandi e ti senti liberato. Volevi dire una cosa e l’hai detta». È insomma una comunicazione che esclude la risposta e riceverlo può essere straniante.
Al solito, è l’utilizzo che se ne fa che pregiudica la validità o meno di uno strumento. Il messaggio vocale ha anche dei vantaggi: non è equivocabile, lo ascolti e non hai bisogno che sia chiarito dalle emoji. Sono proprio imbattibili quando vuoi far sentire la tua voce, l’emozione che il suono rende immediata, mentre se vuoi trasmettere emozioni per iscritto, devi saperlo fare. Un conto è scrivere ti amo e altra cosa è proprio dirlo con la tua voce, magari con la giusta prosodia.
Buon compleanno, Facebook: il social network compie 15 anni
I social non bastano! ci vuole ben altro.
Tutti lo affermano: sociologi ma anche noi e soprattutto noi che operiamo nei social, Ci rendiamo conto che i vari facebook e simili, a fronte di qualche vantaggio, ci stanno danneggiando oltre misura. Eppure chi riesce più a farne a meno? nessuno a quanto pare. Già negli Usa e in Canada sono comparse le prime cliniche per disintossicarsi. Quante volte estraiamo il nostro smartphone dalla tasca/ quante volte controlliamo messaggi, like, foto/ spesso, troppo spesso: Siamo incollati agli schermi quando facciamo colazione, li sbirciamo al lavoro, a pranzo e perfino davanti alla televisone finendo per sovrapporli ai film che seguiamo distrattamente. Ci illudiamo, e qui è il punto dolente, di coltivare buone relazioni virtuali comodamente spiaggiati sul divano gestendole questo pensiamo che ci potrà bastare. In effetti la sera è un sacrificio dover uscire per incontrare gli amici ma, dobbiamo sapere che la cura delle relazioni è proprio importante per la nostra crescita umana e spirituale. Lo spazio del virtuale, non coincide proprio con lo spazio pubblico. Credere che il decisionismo gli algoritmi del digitale possano risolvere questioni sociali e politiche, è semplicemente puerile. L’impegno politico e sociale costa fatica, tempo, risorse. Il dialogo non è una passeggiata: è, come afferma anche Bauman nel suo “amore liquido”, un Insegnare ad Imparare; è superare la soglia dello specchio con sè stessi. Nel vero dialogo non ci sono perdenti, ma solo vincitori: è arricchirsi delle diversità dell’altro. Utopia vero? Già, non accade nei gruppi facebook, nelle communities, nei canali youtube: nel virtuale, se uno reagisce all’opinione dell’altro, puoi mettere un like, troppo semplicistico, reagire, il più delle volte brutalmente fraintendendo per essere poi frainteso, oppure, tranquillamente bloccato, eliminato, buttato fuori dalla cerchia. Questa è la nuova cultura?
WHATSAPP INSTAGRAM E MESSENGER VERSO INTEGRAZIONE FACEBOOK
WHATSAPP INSTAGRAM E MESSENGER VERSO INTEGRAZIONE FACEBOOK
https://tecnologiamauriziobarraaccessibilita.com/2019/01/25/whatsapp-instagram-e-messenger-verso-integrazione-facebook/
— Leggi su tecnologiamauriziobarraaccessibilita.com/2019/01/25/whatsapp-instagram-e-messenger-verso-integrazione-facebook/
«Tempo di utilizzo»
Attaccata sui social perchè non vedente o donna?

Attaccata dai social perchè è non vedente o donna?
La cantante Annalisa Minetti, non vedente, è stata attaccata duramente sui social perché diventata mamma per la seconda volta. Confesso di non essere propriamente un estimatore della cantante: le sue sparate contro i cani guida, contro l’uso del bastone bianco e uno strano giudizio sull’autonomia personale, mi trovano in totale disaccordo, ma sono sempre più allergico a questi attacchi che nascondono, neanche poi troppo, una patologia da non sottovalutare. Il problema sono i social o davvero si pensa che una donna con disabilità non possa diventare madre? La sua disabilità condiziona il suo diritto di diventare genitore? Perchè Andrea Bocelli, non vedente pure lui, può avere figli e la Minetti no? Si è scatenata una tempesta dopo che lei ha pubblicato su Instagram una foto con in braccio la sua ultima nata, Elena, mentre festeggia un bel 27 all’università. Un duro affronto per gli haters (odiatori). Ma ecco un campionario di accuse: “ma come, sei disabile, canti, balli, presenti programmi, e ora diventi anche mamma per la seconda volta?” “Come’è possibile raccogliere così tante medaglie dal paniere della vita partendo da una condizione come la tua?”, “io certo non vorrei fare cose oltre la normalità solo per apparire normale”. E ancora: “sei una persona piena di sé, sei una privilegiata”, “io Non avrei messo al mondo dei figli che non potrei mai vedere”.
Ma non succede solo alla Minetti; Anche la campionessa paraolimpica Bebe Vio, ha dovuto incassare insulti anche più pesanti. Nel mio piccolo anche io sono stato apostrofato su Instagram dove ho inviato una foto: “abbiamo capito che non hai gli occhi, ma sono cazzi tuoi e non sei neppure intelligente, mi stai sul …. “. Naturalmente, dopo un minuto di stupore, il poveretto è stato immediatamente bloccato.
Secondo me i social stanno sfuggendo al nostro controllo e L’invidia sociale galoppa e monta sulla rete. I social network dovevano rappresentare l’alba di una democrazia finalmente compiuta e invece sembra stiano diventando uno strumento di odio e inciviltà. La tecnologia è molto più avanti rispetto alla comprensione che noi abbiamo dei suoi effetti su noi stessi. Tant’è vero che sta producendo delle conseguenze che non avevamo proprio previsto. Come sostiene la psicanalista americana Sherry Turkle, dovremmo amare “la nostra tecnologia a sufficienza da cercare di comprenderla e amare a sufficienza noi stessi da comprendere gli effetti che essa ha su di noi”. E’ evidente il fatto che un certo uso dei social sta innescando una pericolosa deriva, una inesorabile dissoluzione della civiltà. non esiste solo la mamma, ma anche la figura paterna e le rispettive famiglie. Chi sui social attribuisce alla Minetti il privilegio di avere chissà quale rete intorno, dimostra come oggi tendiamo a pensare agli altri come individui isolati e soli, fuori dalla comunità. Il problema è che oggi ci aspettiamo sempre più dalla tecnologia e sempre meno dagli altri. Invece dovremmo poter pensare a una società che ti aiuta e ti assiste, soprattutto se sei in una condizione di fragilità. E in Italia, esiste per fortuna una tradizione, non sempre adeguatamente valorizzata, composta dal terzo settore, dalle associazioni, dal volontariato». Una rete preziosa che si occupa delle nostre fragilità. Questa rete è messa a dura prova anche da questi atteggiamenti sui social; pensiamoci.