Proprio oggi, tanti auguri papà.

Oggi è il solito giorno dedicato ad un santo, la solita occasione per riferirlo a qualcuno e qualcosa. San Giuseppe è stata e sarà per sempre una figura forte, silenziosa, determinata, portatrice di valori significativi e testimone inequivocabile di una famiglia unita. Mio padre era silenzioso, sempre calmo: ricordo le nostre partite a dama: io con la frenesia e l’impazienza di vincere, lui con la flemma ad ogni mossa che la pazienza me la faceva perdere. E alla fine vinceva lui e qualche volta io quando utilizzavo la stessa sua strategia del silenzio e della flemma. Lui è andato troppo presto, lui che non si lamentava neppure negli ultimi momenti di sofferenza che non ha usato molte parole con me, nè io con lui. L’affetto però era palpabile, non si misura con le parole o con gli scritti, al solito scrivo per me, per riordinare, fissare, fare luce. Lui mi avrebbe preso in giro per questo scritto e io avrei fatto lo stesso con lui, infondo mi ha insegnato proprio questo. Il silenzio spesso è più eloquente, profondo delle parole. Il silenzio trattiene mentre le parole evaporano. Immagino che là dove sarai adotterai lo stesso stile: poche parole, passo lento e costante, lavoretti manuali di i infinita pazienza. E allora non ti dico nient’altro: tanti auguri papà.

Distratti dalle distrazioni che ci distraggono.

Scrivo di getto, qui sull’iphone. Oggi vivrò una giornata intensa, caotica: aggressiva. Ho letto prima di cominciare questo giorno, un frammento del libro !la fine è il mio inizio” di Tiziano Terzani. Lo sto leggendo per la seconda volta e questo mi accade raramente. Mi ha colpito la frase riportata nel titolo che sarebbe poi una citazione di S. T. Eliot. I nostri pensieri sono corti, veloci, superficiali. L’uomo naturale, quello che può permettersi di stare ore all’aperto osservando la natura, è più autentico e per questo meno aggressivo. Noi, appunto, siamo troppo distratti dalle distrazioni che ci distraggono. Cominciamo dal silenzio, dalle televisioni spente; che ci vuole! Prima però, lasciate che guardi il telegiornale, per sapere cosa succede, ovviamente.

IL VALORE DEL SILENZIO NELLA COMUNICAZIONE.

In un articolo precedente avevo analizzato la potenza delle parole, nel bene e nel male: (le parole sono chiodi), tanto per autocitarmi.
Qui mi piace parlare del silenzio nella comunicazione, della necessità del silenzio, del suo potere. La musica è fatta di note ma anche di pause. Il vero oratore che utilizza le parole in modo fluente,è colui che sa arricchire il suo eloquio con pause che dosa saggiamente per dare enfasi, per catturaremahgiore attenzione. I discorsi più significativi sono preparati da lunghi silenzi che ci servono a riordinare il groviglio dei nostri pensieri. Il silenzio, quando non è un muro di gomma e diventa allora negativo, consente di recuperare serenità nei confronti troppo serrati. Se io sono ahgressivo e l’interlocutore sta in silenzio, io sono costretto a fermarmi per capire questa reazione. Il silenzio poi, è fortemente legato all’ascolto: è ovvio, più facciamo silenzio e più ci predisponiamo all’ascolto, e sappiamo quanto questa pratica sia importante e disattesa dai più. Si ledge e si scrive in silenzio, si Prega in silenzio anche se non sempre, le cose più buone le mangiamo in silenzio, si pensa, quando lo facciamo, in silenzio, si dorme anche in silenzio. Quante frasi e proverbi di saggezza popolare magnificano il silenzio/
(Un bel tacer non fu mai scritto), (la parola è d’argento, il silenzio d’oro).
Ma dunque dovremmo tacere più spesso? si certo, sarebbe davvero meglio.

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