NON SAPPIAMO ASCOLTARE!

Quante volte vi sarà capitato di assistere a dialoghi tra 2 persone che si parlano addosso senza prestare il minimo ascolto a ciò che hanno da dirsi; certo che a volte l’eloquio è povero e probabilmente non varrebbe neppure la pena di essere ascoltato. Tutti affannati sul loro binario parallelo che corre accanto a quello del loro interlocutore senza mai incontrarsi in un dialogo minimamente costruttivo. è piuttosto buffo assistervi ma, spesso questi dialoghi sono l’anticamera dell’aggressività e della violenza che da verbale sfocia in quella fisica. Tutti a far prevalere le proprie ragioni, sordi a quelle degli altri. Eppure siamo stati creati con un apparato fonetico e 2 organi preposti all’ascolto ma, evidentemente chi sente non è detto che ascolti. L’ascolto è una pratica complessa che esige un esercizio, una scuola, una disciplina: ne faccio esperienza quotidiana per la mia esigenza di dover leggere ascoltando. Se non sei abituato, dopo alcuni minuti lattenzione è già svanita e ben presto arriva un sonno profondo, pari a quello che sperimenti davanti alla televisione. Per qualcuno l’ascolto è una vera arte; eppure prevalgono i parlatori, quelli che ti intortano, ti plasmano, magari per venderti un prodotto o una ideologia. Ma perchè accade tutto ciò. Forse è sempre stato così, l’uomo apprezza sempre le cose più superficiali, da sempre, non c’è tempo per ascoltare, forse non serve? Servirebbe invece a noi stessi perchè l’ascolto è alla base dell’apprendimento, dell’accoglienza, della pazienza, della meditazione, della ricchezza interiore. La parola invece può essere violenta, maldicente, rumorosa e diventa, consolatrice, generativa, solo se sgorga dopo un lungo periodo di ascolto. Ascoltiamo quindi almeno il doppio di quanto parliamo/ auguriamocelo e lavoriamo per questo.

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