Sì, ed è dimostrato. Ne parla Maryanne Wolf, neurologa statunitense, autrice di Proust e il calamaro. Storia e scienza del cervello che legge (Vita e Pensiero). Secondo la studiosa la lettura che fa meglio al cervello è di gran lunga quella dei romanzi, più complessa e che quindi tiene attivo il maggior numero di aree cerebrali. In questo tipo di letture il lettore è portato a produrre inferenze e ipotesi a partire da ciò che legge, a immaginarsi situazioni e scene e a integrare le conoscenze che acquisisce con quelle che già possiede. In particolare questo è valido per il lettore adulto, che a differenza dei bambini che hanno imparato a leggere da poco dedica poco tempo, durante la lettura, a decifrare le lettere e molto di più a elaborare interpretazioni di ciò che legge, lasciandosi il tempo di provare emozioni connesse alla storia narrata.
Leggere, quasi una…
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