Autotune: l’effetto che ha cambiato molta musica.

La storia della musica si sviluppa seguendo i generi musicali che nel corso dei secoli hanno segnato la vita di generazioni di persone.

I brani e le melodie che si sono susseguite nel tempo, sono spesso legate all’utilizzo di strumenti che ne hanno segnato il loro successo. Il pianoforte nel ‘700-‘800 per i brani classici, la tromba per il jazz negli anni ’20-’30, il pop e il rock con chitarre e batteria tra gli anni ’50-’70, la musica elettronica degli anni ’80 e l’avvento del sintetizzatore, ed infine gli anni ’90 con l’invenzione di un effetto: l’Auto-Tune.

Auto-Tune è un software proprietario, creato dalla Antares Audio Technologies nel 1997, per manipolazione audio che permette di correggere l’intonazione o mascherare piccoli errori o imperfezioni della voce, benché venga spesso utilizzato anche per creare particolari effetti di distorsione.

L’algoritmo di funzionamento è stato creato da Andy Hildebrand, un ingegnere elettronico della Exxon ed ex musicista che aveva sviluppato algoritmi complessi per interpretare i dati generati da un sonar per trovare depositi di petrolio. Hildebrand scoprì che i suoi metodi per interpretare i dati sismici potevano essere usati per rilevare, analizzare e modificare il tono nei file audio. Il suo metodo per rilevare l’intonazione implicava l’uso dell’autocorrelazione e si dimostrava superiore ai precedenti tentativi basati sull’estrazione di caratteristiche che avevano problemi nell’elaborare certi aspetti della voce umana come il dittongo, che portava a artefatti sonori. Gli ingegneri del settore musicale avevano precedentemente ritenuto poco pratico l’uso dell’autocorrelazione a causa dell’enorme sforzo computazionale richiesto, ma Hildebrand trovò una semplificazione in grado di ridurre un milione di moltiplicazioni in sole quattro. Nei primi mesi del 1996 implementò l’algoritmo su un computer Macintosh personalizzato e nella seconda metà dell’anno presentò il risultato al NAMM Show.

Cher – Believe
Cher – Believe
Il successo non tardò ad arrivare. Nel 1998 infatti, esce il leggendario brano “Believe” di Cher, che è ritenuto come il primo pezzo musicale a fare uso dell’Auto-Tune. La voce di Cher sembra robotica, quasi inumana. Più si lavora sul pitch, maggiore è l’incisività sulla voce.

I palcoscenici di tutto il mondo restano talmente affascinati, che questo effetto verrà introdotto nella maggior parte dei brani dance dell’epoca. Auto-Tune verrà anche denominato “The Cher Effect”.
Ai giorni nostri, numerosi artisti musicali ne fanno un ampio utilizzo. Addirittura il cantante statunitense Kanye West nell’album 808s & Heartbreak, del 2008, ha inciso ogni traccia con l’effetto Auto-Tune.

Per contro, come ogni cosa che abbia un successo, anche Auto-Tune ha i suoi detrattori. Infatti numerosi cantanti si sono schierati contro questa tecnica, in quanto ritenuta un escamotage per mascherare i difetti della voce. Jay-Z ha pubblicato un singolo intitolato D.O.A. (Death of Auto-Tune), in cui denuncia l’abuso che si fa del software mentre Christina Aguilera, il 10 agosto 2009 è apparsa in pubblico a Los Angeles indossando una maglietta portante la scritta “Auto Tune is for Pussies”.

Riferimenti

– https://it.wikipedia.org/wiki/Auto-Tune
– https://music.fanpage.it/che-cose-lautotune-leffetto-che-salira-anche-sul-palco-di-sanremo/
– https://www.supereva.it/cosa-e-autotune-quanto-cambia-voce-cantante-49244
– https://suonarechitarra.com/2018/12/19/auto-tune-come-funziona-cose/

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