Sperimentato il voto completamente autonomo per i non vedenti.

Votare senza vedere, ma senza bisogno di assistente: la scorsa domenica 26, non è stato ancora possibile, ma presto potrebbe diventarlo, grazie a un dispositivo che in Israele è stato già sperimentato, in occasione delle ultime elezioni. Il dispositivo visivo “MyEye 2,0” è stato messo a disposizione di 12 seggi elettorali in tutto il Paese: ha permesso a chi ha una disabilità visiva di votare in completa autonomia. Sviluppato dall’azienda israeliana OrCam e presentato ufficialmente lo scorso anno a ExpoSanità di Bologna, questo dispositivo è una sorta di “occhiale parlante”, in grado di analizzare le informazioni scritte (in questo caso sulle schede) e comunicarle direttamente a chi lo indossa. Ciò permette agli elettori ciechi di selezionare il candidato corretto e quindi di confermare che la scelta è stata effettuata correttamente.

Lo avevo provato 2 anni fa, nella prima versione, con risultati abbastanza deludenti ma questa versione dovrebbe essere più performante; Il costo però è ancora direi proibitivo. L’ausilio consiste in una minuscola telecamera, che viene applicato magneticamente a un paio di occhiali e pesa poco più di 22 grammi. Altro dettaglio fondamentale: nessun dato viene memorizzato sul dispositivo, che elabora le informazioni offline in modo sicuro, tanto che gli esperti di sicurezza informatica in Israele ne hanno autorizzato l’uso durante le operazioni di voto.

Sono ovviamente molti altri gli ambiti in cui questo “occhiale parlante” può aiutare chi non vede: è in grado infatti di fornire indicazioni sulla strada o leggere un menù al ristorante, ma anche di memorizzare fino a 100 volti, in modo da informare subito le persone di chi si trovano di fronte. Può anche memorizzare i prodotti, o riconoscere le banconote – racconta ancora Geslevich – e ‘leggere’ i codici a barre: una persona andando in negozio e prendendo in mano il prodotto può sapere esattamente cos’è, ad esempio una bottiglia d’acqua, o la marca”.

OrCam Technologies è un’azienda israeliana fondata da due innovatori e scienziati israeliani esperti nella visione artificiale (sono anche i creatori di Mobileye, un sistema di assistenza alla guida per la prevenzione degli incidenti stradali). I due esperti hanno sviluppato OrCam MyEye nel 2010, ma il primo prodotto è stato venduto solamente nel 2015: i primi cinque anni sono stati dedicati esclusivamente allo sviluppo della tecnologia. Ora, per la prima volta, questo dispositivo viene impiegato durante le operazioni di voto, promettendo agli elettori ciechi quell’autonomia che oggi non possono avere.

“Questa è la prima volta al mondo che una tecnologia rivoluzionaria consente alle persone non vedenti e ipovedenti di esercitare il diritto di voto in modo indipendente e senza il bisogno di essere accompagnati – afferma il co-fondatore, presidente e CEO di OrCam Ziv Aviram – Grazie alla nostra cooperazione con il comitato elettorale, dimostreremo come la nostra tecnologia innovativa basata sull’intelligenza artificiale potenzia le vite di decine di migliaia di cittadini. Speriamo che il mondo adotterà il progetto pilota che sta guidando lo Stato di Israele e consentirà l’indipendenza per le persone cieche e altre persone ipovedenti in tutto il mondo”.

Ulteriori informazioni, immagini e video, qui:
http:\www.orcam.com/it/

Wiko e i 5 consigli per evitare un uso improprio dei messaggi vocali

Già ho scritto di quanto possono essere utili per chi li scrive ma anche invadenti per chi li ascolta. Ecco 5 consigli che mi sembrano sensati, da sottoscrivere.

Wiko e i 5 consigli per evitare un uso improprio dei messaggi vocali

https://www.spazioitech.it/wiko-e-i-5-consigli-per-evitare-un-uso-improprio-dei-messaggi-vocali/
— Leggi su www.spazioitech.it/wiko-e-i-5-consigli-per-evitare-un-uso-improprio-dei-messaggi-vocali/

Seeing Ai: una strepitosa app per riconoscere testi e oggetti.

Da qualche tempo già utilizzo con grande soddisfazione la app Seeing ai. Disponibile per iphone e sviluppata da Microsoft, che può riconoscere testi attraverso la telecamera, senza scattare le foto, semplicemente puntandola sul foglio. Si possono riconoscere documenti con una maggiore precisione scattando una foto con una guida vocale che permette di mettere a fuoco il testo. Può riconoscere i qr code e i codici a barre dei prodotti, può descrivere uno scenario, riconoscere le banconote, dare un beedback sonoro della luminosità e perfino riconoscere, ancora con difficoltà, gli scritti a mano.
Sviluppata da Microsoft appunto, è basata su algoritmi che utilizzano il riconoscimento visivo: sono così sofisticati da riuscire anche a capire l’umore delle persone.
L’intelligenza artificiale che colora le tue foto in bianco e nero.
Il riconoscimento visivo da parte delle intelligenze artificiali non viene applicato soltanto per ragioni di sicurezza. Infatti, questo tipo di tecnologia viene messa in campo anche per aiutare le persone ipovedenti o non vedenti. SEEING AI è un’applicazione che utilizza algoritmi di intelligenza artificiale (basati sul deep learning), per riconoscere gli oggetti e descrivere il loro aspetto con una traccia audio. In questo modo, gli utenti possono riconoscere il mondo che li circonda.
Lanciata nel 2017 da Microsoft e disponibile solo per iOS, SEEING AI ha una nuova funzionalità che permette agli utenti di “toccare quello che hanno davanti”. Infatti, una volta toccato l’oggetto o il soggetto sullo schermo, è possibile ascoltare una loro descrizione.. E se si tratta di una persona in carne ed ossa «l’app riesce a descrivere l’aspetto fisico e a prevederne anche l’umore», ha scritto in un post il responsabile del progetto Saqib Shahik. Infine, la descrizione vocale permette anche di ricostruire la distanza tra un oggetto e un altro.
In pratica, scattando la foto di una stanza ad esempio, poi è possibile esplorarla col dito individuando gli oggetti: la porta, la scrivania e gli altri oggetti riconosciuti.
Il riconoscimento visivo era già presente nella prima versione dell’applicazione, ma con la nuova funzionalità è possibile aggirarsi per gli spazi e gli ambienti per capire dove sono gli oggetti o le persone che, ad esempio, possono essere viste solo muovendosi verso di loro. Insomma, l’app vuole offrire un’esperienza completa della realtà che circonda l’utente.
In questi ultimi giorni, Google ha reso disponibile LOOKOUT: un’applicazione che funziona in modo molto simile a SEEING AI. Disponibile sui telefoni Pixel (per ora solo negli USA), fornisce informazioni sugli oggetti inquadrati dallo smartphone.
Confidiamo in una prossima traduzione in italiano per apprezzarne ulteriori possibilità.

https://itunes.apple.com/it/app/seeing-ai/id999062298?mt=8

Iphone come fare.

Una delle tattiche promozionali preferite da Apple ha sempre riguardato l’aspetto operativo dei propri prodotti, focalizzando l’attenzione dell’acquirente su quello che i dispositivi possono fare. A maggior ragione in questo periodo data la minore vendita dei suoi prodotti, delle difficoltà incontrate in Cina, India e Germania.
Al fine di mostrare le reali potenzialità di iPhone in termini pratici Apple ha pubblicato sul proprio sito ufficiale una nuova sezione pensata proprio per mettere in risalto quello che iPhone può fare. La nuova pagina web ha una conformazione strutturata in grossi tiles a scorrimento verticale evidenziando quelle che secondo l’azienda sono le caratteristiche più importanti come resistenza all’acqua, privacy, AirDrop, FaceTime di gruppo, ricerca di foto, Memoji, Non disturbare, Trova il mio iPhone, Apple Pay, effetti fotografici iMessage e altro. Ecco quindi i primi video hot-to che mostrano come utilizzare alcune funzioni dell’iPhone, dalle più semplici a quelle meno conosciute.
I nuovi cinque video pubblicati su YouTube.
I cinque nuovi video da circa 15 secondi ciascuno mettono in evidenza l’impermeabilitàdei nuovi iPhone e spiegano come configurare e utilizzare al meglio il Face ID per sbloccare il dispositivo tramite riconoscimento del volto, come trovare lo scatto perfetto sfruttando le Live Photo, come chattare con un esperto Apple in caso di assistenza e come utilizzare Wallet per i biglietti aerei.

https://www.youtube.com/watch?v=YMYvs5PhwXg
https://www.youtube.com/watch?v=FCJlGTGwBsc
https://www.youtube.com/watch?v=GoH6MW9qlv0
https://www.youtube.com/watch?v=cx5lXpxmPuI
https://www.youtube.com/watch?v=uV0yLzHWkGY

Conoscete l’anagramma della parola Tecnologia?

Mi piace parlare e scrivere di tecnologia: mi affascina e mi preoccupa ad un tempo. Mi affascinano, non tanto le innovazioni mirabolanti che magari poi non risultano essere all’altezza delle nostre aspettative o non così utili non rispondendo a bisogni reali ma indotti; Quanto le potenzialità che offre, remore e pregiudizi a parte. Ricordo qualche anno fa, che qualche buontempone aveva pubblicato un sito dove descriveva con una documentazione ricca e quasi credibile, l’imminente lancio sul mercato di una auto completamente autonoma, che poteva addirittura parcheggiare dopo aver raggiunto la meta; ebbene, diversi non vedenti, avrebbero già mandato la prenotazione per l’acquisto, se nessuno li avesse messi in guardia. Mi preoccupano i risvolti sociali, la vita che cambia molto più velocemente di quanto noi si possa metabolizzare. Seguo con interesse le nuove opportunità offerte a molte persone per liberare risorse che altrimenti non potevano essere espresse. Mi riferisco a diverse tipologie di disabili che ora potrebbero essere in grado di svolgere mansioni che anni fa non avrebbero neppure immaginato. Sono nel contempo preoccupato per la pigrizia mentale che le tecnologie induce, per l’impiego sempre meno massiccio della nostra memoria, per la costante distrazione e perdita di tempo che gli smartphones induconno, per il numero sempre più elevato di persone che restano tagliate fuori, per la solitudine provocata dai social. Il rischio è alto: ma voi lo sapete quale è l’anagramma della parola tecnologia? Ecco, se non risponderà a bisogni reali, la tecnologia rischia di essere una serie di cose come quell’anagramma.

Interessante workshop all’università di Alessandria, sulle sintesi vocali. Possono essere di supporto per gli studenti con DSA?

Possibile utilizzare una sintesi vocale per gli studenti con Dsa?
Pubblico nel mio blog un articolo da “corriere al”, perchè ho partecipato a questa iniziativa.
È possibile utilizzare strumenti come le sintesi vocali per aiutare gli studenti con DSA nel loro percorso di studi? A questa domanda hanno provato a rispondere Abilitando Onlus e il Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale.
Mercoledì 27 febbraio gli studenti del DISIT hanno partecipato ad un incontro in cui è stato presentato un panorama sui software di sintesi vocale gratuiti attualmente disponibili per PC Windows e dispositivi mobili Apple. Queste soluzioni, originariamente nate per aiutare persone con disabilità visive, si dimostrano un valido supporto a costo zero anche per studenti con disturbi specifici dell’apprendimento, per facilitarli nell’apprendimento delle materie di studio.
La sintesi vocale, infatti, è la trasformazione del testo scritto in testo parlato grazie alla particolare tecnologia text-to-speech (TTS), cioè “dal testo al vocale”: il testo in formato digitale viene trasformato in una traccia audio, ed è così possibile arrivare ad una autonomia nella lettura e, soprattutto, nello studio.
Nel corso dell’incontro, sotto forma di workshop in uno dei laboratori di informatica del Dipartimento, sono stati utilizzati lo screen reader gratuito NVDA in ambiente Office per la lettura di documenti ed è stata presentata la sintesi vocale Voice Over in ambiente Apple.
La singolare iniziativa, rivolta agli studenti e ai docenti del DISIT è stata organizzata dall’associazione Abilitando Onlus in collaborazione con Valter Scarfia, vicepresidente dell’Unione Ciechi Piemonte, e dal Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica.
Si tratta della prima iniziativa organizzata a seguito della convenzione che è stata recentemente sottoscritta dall’Associazione Abilitando che si occupa di tecnologie applicate al mondo della disabilità (e che organizza l’omonimo evento a Bosco Marengo e ha ricevuto importanti riconoscimenti come la Medaglia del Presidente della Repubblica e l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo) e il dipartimento alessandrino dell’Ateneo.
La convenzione suggella una collaborazione ormai consolidata da tempo che già aveva portato alla creazione dell’applicazione per smartphone “GuidApp”, creata per permettere a persone non vedenti o ipovedenti di fruire in piena autonomia di mostre e musei, e lanciata in occasione della mostra “Alessandria città delle biciclette”.
«Abbiamo sottoscritto questa convenzione – dice Paolo Robutti, presidente e fondatore di Abilitando – con il fine di collaborare stabilmente tra di noi e con altri enti di ricerca e associazioni. La nostra ambizione è di partecipare insieme a bandi di progetto a livello nazionale e internazionale e di realizzare progetti coinvolgendo gli studenti del DISIT, sostenendo e promuovendo tesi di laurea triennali e magistrali che affrontino il tema della disabilità e della tecnologia, per superare quegli ostacoli che ancora oggi si frappongono alla piena autonomia della persona con disabilità».
«La stipula della convenzione tra il DISIT e Abilitando – sottolinea il professor Massimo Canonico, docente di Informatica del DISIT – ufficializza una collaborazione che già da alcuni anni ci vede coinvolti. Infatti, grazie a questa collaborazione si è potuto erogare borse di studio che hanno reso possibile la creazione di vari progetti riguardanti lo sviluppo di applicazioni mobili atte a favorire l’accesso museale oppure la consultazione di quotidiani online per persone ipo o non vendenti. Questa convenzione è quindi un incentivo a proseguire questa strada con l’obiettivo di rendere sempre più inclusivi i prodotti informatici nell’immediato futuro».
Referenti scientifici della collaborazione sono: Paolo Robutti, presidente di Abilitando Onlus, e Massimo Canonico, docente di Informatica del DISIT.

Telegram finalmente accessibile anche ai non vedenti.

Non è una notizia così rilevante in quanto riguarda una esigua minoranza di persone, ma testimonia una inversione di rotta importante: sensibilità o esigenze commerciali? Dal 27 febbraio comunque, telegram è parzialmente accessibile ai non vedenti. Come noto, gli sviluppatori russi di telegram, hanno da sempre ignorato tutti gli appelli, le petizioni per rendere accessibile la loro app. Così, alcuni sviluppatori iraniani avevano creato Telelight solo per android per il fatto che in quei paesi telegram è ancora più utilizzata che da noi. Di fatto, telegram ha innumerevoli funzioni che lo rendono unico e molto più performante di whats app. Ancora non si possono utilizzare a pieno tutte le funzioni ma, la strada è aperta.
Ma cos’è telegram e cosa può fare di più e di meglio rispetto a whats app?
Telegram è una app multipiattaforma che funziona per android, ios e windows. E’ una seria concorrente di messenger e whats app con diverse possibilità che solo ora whats app cerca di emulare. Si tratta di una via di mezzo tra messaggeria immediata e un social network, già utilizzata da milioni di persone.
Ma cosa si può fare con Telegram che non si può con whats app?

  • La qualità delle conversazioni telefoniche, grazie ad un particolare algoritmo, è indubbiamente superiore,
  • si possono inviare chat segrete, messaggi foto e video che si autodistruggono dopo un certo tempo, con buona pace di fidanzati e fidanzate,
  • da tempo si possono inviare allegati: doc, txt, pdf eccetera,
  • i canali sono delle chat pubbliche tematiche divisi per argomento,
  • recentemente sono stati integrati i Bot: una sorta di applicativi programmati per rispondere a quesiti specifici, si possono chiedere così orari di apertura dei cinema, voli aerei, e molto altro.
    Si possono avere più account e sempre nuove funzioni vengono implementate.

Sempre più comandi rapidi di siri per le app sulla salute e fitness.

Apple ha pubblicato un nuovo articolo dedicato alle nuove app terze che integrano i comandi rapidi di Siri per migliorare le funzioni legate a salute e fitness.
Apple fa notare che sono sempre più numerose le app che offrono i comandi rapidi di Siri e che si aggiungono alle migliaia che li hanno integrati sin dall’introduzione con iOS 12.
I nuovi comandi rapidi di Siri mostrano statistiche delle prestazioni in tempo reale e contribuiscono a semplificare gli allenamenti. Gli sciatori, per esempio, potranno usare i comandi rapidi di Siri nell’app Snoww per iniziare una sessione (basta dire: “Ehi Siri, sciamo!”) e ricevere informazioni su velocità, dislivelli e distanza semplicemente sollevando il polso per attivare Siri sull’Apple Watch (“Ehi Siri, com’è andato l’allenamento?”).
Nell’ultimo aggiornamento di HomeCourt, gli utenti possono chiedere a Siri di iniziare un allenamento di dribbling su iPad o iPhone. E con l’app Nike Run Club, i runner possono usare Siri per avviare una corsa e ricevere suggerimenti proattivi basati sulle loro abitudini.
Anche dispositivi di terze parti per il monitoraggio della salute stanno integrando i comandi rapidi di Siri nelle loro app per semplificare il recupero e il controllo dei dati, da casa o da qualsiasi altro luogo.
Lo sfigmomanometro smart QardioArm consente ora di chiedere a Siri di controllare da remoto anche la pressione dei familiari. Per esempio, chi ha un genitore anziano può chiedere: “Ehi Siri, qual è la pressione della mamma?”. Riceverà informazioni aggiornate ovunque si trova, direttamente sul suo iPhone o Apple Watch.
Con il sistema di monitoraggio continuo del glucosio Dexcom, chi è affetto da diabete può monitorare e gestire in maniera più efficace la concentrazione di glucosio nel sangue chiedendo a Siri: “Qual è il mio valore di glicemia?”.
Grazie ai comandi rapidi di Siri, gli utenti possono monitorare le informazioni più importanti, che si tratti di alimentazione, qualità del sonno, interrompere una cattiva abitudine o ricordarsi di assumere farmaci o vitamine. Con app come Streaks, WaterMinder e Yazio, è possibile monitorare le abitudini quotidiane e quanto a lungo si riesce a mantenerle. Per esempio gli utenti possono chiedere a Siri di registrare pressoché qualsiasi tipo di attività: assunzione di liquidi, esercizio fisico, pulizia dei denti con il filo interdentale, assunzione di zucchero e caffeina e tanto altro.
Con AutoSleep, i comandi rapidi di Siri monitorano la qualità del sonno con Apple Watch o iPhone e fornisco informazioni su ore di sonno, qualità, sonno profondo, aggiornamenti sul raggiungimento di un obiettivo, fino a che ora si è rimasti alzati e tanto altro.
I comandi rapidi di Siri aiutano gli utenti a monitorare le abitudini quotidiane nell’app Streaks. Basta chiedere a Siri di registrare le varie attività, dall’assunzione di liquidi all’esercizio fisico, dall’assunzione di vitamine alle passeggiate con il cane.
Per gli utenti che desiderano personalizzare un’intera routine di fitness con Siri, l’app Comandi Rapidi consente di creare comandi rapidi multi-step su misura, che includono azioni da più app per dar vita ad automazioni efficaci. Per esempio, è possibile creare un comando rapido per dire a Siri: “Vado in palestra”. All’arrivo, la routine prevede l’inizio dell’allenamento con un’app come Nike Run Club, l’avvio di una playlist personalizzata e l’attivazione della funzione “Non disturbare” fino al termine della sessione.
In base a come gli utenti usano i loro dispositivi, Siri suggerirà comandi rapidi semplici e utili al momento più opportuno, sulla schermata di blocco o tramite la funzione di ricerca. Inoltre, gli utenti potranno cercare il pulsante “Aggiungi a Siri” nelle app che usano, oppure potranno vedere quali app offrono comandi rapidi da Impostazioni > Siri e Cerca > Tutti i comandi rapidi, quindi impostare una frase personalizzata per avviarli.

La nuova Sala blu 2 + al servizio dei disabili.

Da:Giornale UICI

Disabilità, ecco la nuova app Salablu+:l’ausilio 2.0!

di Lorenzo Imperiale

La nuova Applicazione sarà dedicata allepersone con disabilità o ridotta mobilità (anche temporanea) che viaggiano intreno: dall’ausilio interattivo a quello pratico, ecco tutte le novità di“Salablu+”.

“Salablu+” (letta “Sala Blu Plus”) è lanuova app di RFI che consentirà di prenotare i servizi di assistenza della SalaBlu con maggiore semplicità e risparmio di tempo, dando la possibilitàall’utente di accedere anche a servizi aggiuntivi.

Richiedere e prenotare assistenzacomodamente dal proprio smartphone dunque, da oggi non è più utopia: questosarà infatti l’obiettivo di questa nuova applicazione, presentata alla stazioneTermini di Roma dall’ad e dg di RFI, Maurizio Gentile, da Simona Cristofari,Responsabile Servizi alla Clientela di RFI, da Carmela Apice, Project managerpresso RFI Rete ferroviaria Italiana e da Roberto Spina, Responsabile eDirettore ADR. Come spettatori interessati, erano presenti alla conferenzastampa di presentazione anche Annita Ventura, Consigliere Nazionale dell’UnioneItaliana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Roma e Salvatore Romano, DirettoreGenerale della medesima Onlus.

Questo nuovo servizio 2.0 permetterà atutti gli utenti disabili o con mobilità precaria che ne usufruiranno, dicostruire il proprio viaggio in maniera semplice, intuitiva ed immediata,consultando in tempo reale i tabelloni degli orari di partenza e arrivo diqualsiasi stazione, di ricevere notifiche riguardo il proprio itinerario e dicontattare un operatore di Sala Blu per un servizio di assistenza di qualsiasitipo. Quest’ultimo è inoltre arricchito con la nuova funzionalità web-chatdedicata alle persone con disabilità uditiva. L’Applicazione quindi,certificata ASPHI (Tecnologie Digitali per migliorare la qualità di vita dellepersone con disabilità), assisterà gli utenti in tutte le fasi del viaggio,dalla preparazione all’arrivo in stazione, passando al trasporto a bordo deltreno.

Ha spiegato Gentile: “È possibileeffettuare la prenotazione anche 1 ora prima. Tanta l’attenzione verso l’utentequanto la cura della scelta del personale delle imprese appaltatrici cheeseguono l’azione fisica dell’accompagnamento al treno. Stiamo anche pensando adelle forme meno impegnative come delle rampe che sto facendo progettare dallanostra direzione tecnica per rendere ancora più semplice e più immediata lapossibilità di muoversi. Stiamo inoltre effettuando un massiccio investimentoper quanto riguarda un ulteriore abbattimento delle barriere architettoniche,perché sia la possibilità di muoversi liberamente nella stazione che averebisogno di un’assistenza specifica, devono essere elementi che qualificano ilnostro servizio ed elementi che vengono incontro al cliente. Questa nuova appservirà proprio ad allargare questa possibilità di accesso, che ritengo unodegli elementi che avvicinerà ancora di più il cittadino ad un servizioferroviario di qualità”.

È intervenuta poi Simona Cristofari,Responsabile Servizi alla Clientela di RFI: “Oggi abbiamo inserito un nuovotassello molto importante, che è quello della frontiera dell’accessibilitàdigitale, sapendo che questo non è un tema non così scontato. Passiamo quindidal viaggio virtuale del nostro utente con disabilità al viaggio fisico,passando dal luogo storico della “Sala Blu” a quello digitaledell’applicazione, senza più vincoli di fasce orarie per prenotare i bigliettidi viaggio. I tempi dell’app erano quindi maturi e, grazie anche all’aiuto deivostri betataster delle vostre associazioni, abbiamo potuto realizzarla,venendo sempre incontro alle esigenze degli utenti e migliorandola”.

L’ingegnere Apice ha poi spiegato lefunzionalità dell’app nel dettaglio: “L’app “Salablu+” si pone come unassistente virtuale che accompagna il passeggero durante tutte le fasi del suoviaggio, come se fosse un’estensione della “Sala Blu”. Vi si può accedere conle stesse credenziali con le quali è possibile entrare nel sito “Sala BluOnline”, e si presenta con una Homepage semplice ed intuitiva con solamente 6box principali: “Nuova richiesta di assistenza”, “Viaggi in autonomia”,Tabelloni orari”, “Stazioni”, “I miei viaggi” e “Altro”. “Attraverso ilservizio “Nuova richiesta di assistenza” l’utente può chiedere un servizio alle“Sale Blu” e questa richiesta viene presa in carico in tempo reale daglioperatori. Ci sono casi in cui il passeggero viaggia in autonomia: in questicasi, l’utente può comunque pianificare il suo viaggio e attraverso lafunzionalità “Viaggi in autonomia”, specificando le stazioni di partenza e diarrivo, può seguire l’andamento del suo treno. C’è poi la possibilità divisionare il tabellone orari e l’elenco delle stazioni, alle quali sono poi legatetutte le info riguardanti l’accessibilità. Il pulsante “I miei viaggi” invece èriepilogativo: qui troverete l’elenco di tutti i viaggi che avete prenotatoattraverso la “Sala Blu” e anche attraverso “Viaggi in autonomia”, con lapossibilità anche di richiedere un contatto con un assistente della Sala. Lasezione “Altro” infine propone l’informativa della privacy ed un tutorial”. Haconcluso poi Apice: “Quest’app è integrata con gli strumenti nativi dei nostridevice: ad esempio, se noi abbiamo attivato la funzionalità “voice over”, l’appsarà in grado di leggere in “voice over”, così anche il non vedente potrà avereaccessibilità a tutte le informazioni presenti nell’app.

È nuovamente intervenuta Simona Cristofaririguardo i non udenti: “Questo fatto ci è stato segnalato dalle persone condisabilità uditive, le quali non avevano le stesse opportunità degli altriviaggiatori nell’interagire con le Sale Blu. Abbiamo quindi ufficializzato ilcanale chat di “Sala Blu Online”, il quale permette di chattare in tempo realecon assistenti di “Sala Blu”, dando la possibilità ai non udenti di chiedere lecose che tutti gli altri possono chiedere via telefono”.

Ha concluso poi la conferenza stampa ildottor Spina di Aeroporti di Roma: “Mi fa molto piacere far parte di questoprogetto. Siamo così in grado i offrire un servizio che facilitil’attraversamento dell’aeroporto, affiancato da un collegamento ferroviarioefficiente, integrato alla strutta aeroportuale. L’obiettivo adesso è quello dipromuoverne la fruizione affinché molte più persone potranno utilizzarla”.

Al momento delle domande, ha preso poi laparola Salvatore Romano, Direttore Generale UICI: “L’app va a completare questodiscorso importante della completa autonoma delle persone che viaggiano. Questoè un servizio eccellente: i numeri ci fanno capire quanto la clientela apprezziquesto servizio. Da parte nostra un plauso a quella che è l’iniziativa e ilmassimo della disponibilità a collaborare nella crescita di questo servizio.Noi chiediamo però la massima attenzione, perché può capitare, in un serviziocosì complesso, che non ci si ritrovi con gli appuntamenti con gli operatori: ame, come a tanti altri, è capitato di non riuscire ad incontrare l’operatore,così si rischia di perdere proprio il viaggio. Vorrei chiedere questo: qualisono attualmente all’interno dell’app le soluzioni implementate e quali no?”

Alla domanda ha risposto la dottoressaCristofari: “Una delle cose che lei ha citato, e alla quale teniamo molto, è iltema del disorientamento delle persone non vedenti che si muovono da soleall’appuntamento con gli operatori della “Sala Blu”: esiste un pulsante di“recall” che permette di richiamare l’operatore e che si avvia automaticamentein corrispondenza di un viaggio nel quale è stata richiesta assistenza, nonperò in caso di viaggi in autonomia”.

Ha poi aggiungo l’ingegner Apice:“Cliccando questo pulsante, dopo qualche minuto riceve la chiamatadell’operatore della “Sala Blu”, il quale ha tutte le info dell’utente e puòcosì sapere chi sta contattando”.

Ha ripreso poi la parola Romano perun’altra domanda: “Un’altra questione riguarda i tempi di prenotazione: l’appdovrebbe essere intelligente e riconoscere i tempi. Se io sulla tratta Roma –Bologna, come da regola, posso prenotare fino ad 1 ora prima, noi chiederemoche l’app quantomeno si avvicini a questi standard, perché 24 ore ci sembranodavvero troppe”.

La dottoressa Crtistofari ha poi risposto:“Le 24 ore sono cautelative: abbiamo utilizzato lo stesso criterio di mail e“Sala Blu Oline”. È ovvio che tutta la normativa chiede tempi più veloci, neltempo ci adegueremo e velocizzeremo il tutto. In questa fase abbiamo utilizzatoun metodo più cautelativo per evitare qualche defaillance, nel tempomiglioreremo”.Einsteindiceva: “Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi, ma mainessuna di esse potrà porne uno”. È proprio questo l’obiettivo di “Salablu+”:gli utenti pongono dei problemi, l’app li risolve in maniera rapida edefficace. L’aiuto 2.0 serve ad offrire al cittadino un’assistenza a 360 gradiche sia in grado di integrarlo sempre di più all’interno della società e direnderlo autonomo all’interno di contesti che, solo qualche anno fa, sembravaimpossibile che lo potesse diventare”!

WhatsApp: finalmente arriva il consenso per entrare nei gruppi

Novità in arrivo per il popolare sistema di messaggistica istantanea: l’iscrizione ai gruppi non potrà essere più automatica

Vi è mai capitato di trovarvi in gruppi WhatsApp senza aver fatto nulla per entrarvi? A me spesso: e la considero una seccatura. Questa potrebbe essere la notizia che stavate aspettando. Secondo un’indiscrezione pubblicata dal sito WABetaInfo, la popolare app di messaggistica starebbe lavorando all’introduzione di una funzione che permetterà all’utente di scegliere chi può aggiungerlo in un gruppo.

Con questa mossa, la compagnia acquisita nel 2014 da Mark Zuckerberg risponde a uno dei problemi più sentiti dal suo pubblico di riferimento, che storicamente non vede di buon occhio la possibilità di essere aggiunto “coattamente” in spazi virtuali frequentati anche da estranei. Ma il provvedimento prova anche a mettere una toppa ad una questione legale. Come ha fatto notare a più riprese il Garante della privacy, infatti, il numero di telefono rientra tra i dati personali che “con l’evoluzione delle nuove tecnologie hanno assunto un ruolo significativo” e per questo la sua condivisione fuori dal controllo dal possessore diventa materia molto delicata.

Lo scorso gennaio WhatsApp era già intervenuta in un’altra dinamica del rapporto tra l’utente e la comunità dell’app di messaggistica, limitando a 5 il numero di destinatari a cui poter inviare un singolo messaggio. La scelta andava nella direzione di comattere le cosiddette “catene di Sant’Antonio”, che si inserisce nella più ampia lotta di Zuckerberg alla disinformazione.

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