Google maps aiuterà i non vedenti.
Da iNews del 11 Ottobre 2019 | 19:02:
Ora Google Maps aiuta non vedenti e ipovedenti!
Google va incontro alle esigenze degli ipovedenti.
Sfruttando l’idea di Lookout, l’App annunciata al Google I/O 2018 che aiuta non vedenti e ipovedenti ad affrontare i pericoli derivanti dall’ambiente circostante attraverso l’utilizzo di alcune notifiche vocali, Google ha introdotto una guida vocale apposita nelle sue Mappe.
La nuova funzione è pensata per i 36 milioni di persone non vedenti al mondo
e per i 217 milioni che hanno problemi seri alla vista, spiega la compagnia in un post.
Per loro, il navigatore ora offre indicazioni vocali ad hoc per raggiungere le destinazioni prefissate: la guida vocale indica la direzione da seguire e
rassicura il pedone di essere sulla strada giusta, lo avvisa quando è in prossimità di un incrocio e lo informa sui metri che dovrà percorrere prima di dover svoltare e imboccare un’altra via.
In pratica dà indicazioni in modo simile al normale navigatore, ma più precise e frequenti. Si tratta della prima funzionalità di Google Maps studiata da zero per gli utenti con problemi di vista.
La nuova funzione per la navigazione a piedi è disponibile da oggi su Android e iOS negli Stati Uniti e Giappone. Il supporto per le altre lingue e Paesi arriverà presto!
Alcuni vantaggi di essere non vedenti.

Tanto per chiarire, non sarò molto serio e il periodo di ferie mi induce ad essere leggero e giocoso. Non voglio fermarmi agli svantaggi che arreca la cecità: sono innumerevoli e cruciali: troppo facili da elencare e troppi per essere enumerati in questo articolino. Meno facile e più divertente individuare aspetti vantaggiosi di questo status, per riderci un po’ su, mandando al potere l’ironia.
Leggi tutto “Alcuni vantaggi di essere non vedenti.”Accessibilità che fa rima con Consulenza
Dal blog: scacco al web di Enrico Bisenzi. Condivido di buon grado questo articolo, non tanto perchè parlando di come navigano i non vedenti su internet si parla anche del mio articolo. Lo condivido per evidenziare alcuni concetti che mi trovano concorde.

Internet e non vedenti: come navigano?

Già abbiamo esposto modalità e possibilità per rendere un sito più accessibile e accattivante per i disabili visivi ma il vantaggio è proprio per tutti che ci guadagnano in utilizzo e immediatezza. Ma come navigano realmente i non vedenti, trappole elettroniche permettendo!
Leggi tutto “Internet e non vedenti: come navigano?”Internet e non vedenti: tra barriere elettroniche e opportunità.
Far conoscere il vino ai ciechi e ai non vedenti.
Questa notizia mi ha incuriosito, perchè, non è che i non vedenti non conoscano il vino; qualcuno potrebbe conoscerlo anche molto bene. Mi fa piacere che ci sia una collaborazione più stretta tra associazioni per promuovere corsi speciali per avvicinare i ciechi e gli ipovedenti al vino. Ma cosa ci sarebbe di specifico e di diverso da imparare? La mia è ignoranza: forse il colore è una caratteristica fondamentale per comprendere, contrariamente all’olio le cui caratteristiche organolettiche che si scoprono solo lasciando il giudizio alle papille gustative; e allora! per il vino? chissà! Ma passiamo all’articolo.
Cronachedigusto.it del 25-02-2019
Far conoscere il vino ai ciechi e agli ipovedenti: siglata la prima intesa nazionale
L’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino – Onav e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – Uici hanno firmato il primo protocollo d’intesa nazionale per una collaborazione più stretta e continuativa tra le due associazioni con l’obiettivo di promuovere corsi speciali di avvicinamento al vino dedicati a ciechi e ipovedenti.
Dopo il successo dei corsi di Verona e Brescia nel 2018, dove il corso speciale riservato ai non vedenti e ipovedenti ha avuto un notevole successo di partecipazione, le due associazioni hanno deciso di confermare la proficua collaborazione. I responsabili del progetto, tra cui Pia Donata Berlucchi, Vice Presidente Onav, che si dedica con passione al coordinamento di tutti i progetti sociali dell’associazione, hanno studiato il primo corso per Assaggiatori di vino comune in tutta Italia dedicato ai soci Uici. Si tratta di moduli composti da 9 lezioni di 3 ore, dove docenti altamente qualificati, gli stessi dei corsi tradizionali Onav, guideranno gli aspiranti Assaggiatori alla scoperta del mondo del vino, supportati dal testo di studio tradizionale tradotto in braille o in formato audio. Anche il costo della partecipazione al corso per ciechi e ipovedenti sarà speciale e ridotto rispetto a quello storico (170 euro).
“Nel nostro programma, stilato proprio recentemente in occasione dell’insediamento del nuovo Consiglio – spiega il Presidente Onav Vito Intini – abbiamo inserito ufficialmente un canale preferenziale verso il sociale. Alla base di progetti come questo, c’è la forte volontà di tutti i soci della nostra Organizzazione di promuovere una cultura del vino e del bere consapevole realmente aperta a tutti, che consenta l’abbattimento di ogni barriera”. “La scelta di avviare un collaborazione fra Uici e Onav – dichiara il Presidente Uici Mario Barbuto – nasce dal desiderio di offrire a tutti i nostri associati la possibilità di accedere a un percorso formativo degustativo su una delle eccellenze del nostro Paese, il vino. La disponibilità e la sensibilità con cui i dirigenti dell’Onav si sono avvicinati al nostro mondo potrà sicuramente essere foriera di belle sorprese non ultima, per esempio, quella della nascita di un nuovo sbocco occupazionale con percorsi aggiuntivi specializzanti. Per il momento accontentiamoci di apprendere i primi rudimenti per riconoscere gli aromi e il gusto di quello che molto spesso ci servono a tavola. Gli auspici di partenza mi sembrano favorevoli con la speranza che possa nascere un nuovo modo di conoscere e capire la nostra vita, il nostro mondo che da circa 100 anni l’Uici rappresenta”.
Come sogniano i ciechi e cosa?
Spesso le persone si incuriosiscono dopo aver superato la soggezione iniziale e mi chiedono molte cose: alcune divertenti del tipo “come fai a vedere”? oppure “come puoi vivere senza i colori”, ma quella più ricorrente è proprio questa; “come sogni e soprattutto cosa”. Rispondo volentieri, prima con le risposte degli studiosi e poi con le considerazioni della mia personale esperienza.
Dell’interrogativo riguardante le modalità in cui sognano le persone non vedenti se ne sono occupati i ricercatori del Laboratorio del Sonno della Facoltà di Medicina dell’Università di Lisbona; gli studiosi sono giunti a una curiosa e inaspettata conclusione stabilendo che i sogni che animano il sonno delle persone non vedenti dalla nascita… Sono uguali a quelli di chi vede!
Lo studio dell’università portoghese ha integrato i precedenti studi in materia, che trattavano l’argomento dal punto di vista psicologico, con altri metodi di analisi. I ricercatori, in effetti, hanno utilizzato strumenti di misurazione dell’attività onirica sia qualitativi che quantitativi, arrivando a scoprire che i non vedenti, nei loro sogni, visualizzano le immagini proprio come i normodotati, seppur non ne abbiano mai avuto esperienza.
Helder Bértolo, biofisico responsabile dello studio, afferma che come per i vedenti, anche nella fase REM del sonno dei non vedenti ad attivarsi sia la corteccia visuale occipitale, ovvero quella parte del cervello in cui arrivano le immagini. Questo starebbe a significare che anche nei ciechi l’attività onirica è visuale.
Altra “prova” del carattere visuale dei sogni dei soggetti non vedenti dalla nascita è scaturita, sempre nello stesso studio, dalla cosiddetta analisi grafica dei disegni sui sogni realizzati dai volontari (sia ciechi che non) realizzati al risveglio. I ricercatori spiegano che, prendendo come esempio il disegno della figura umana, tra vedenti e non vedenti l’analisi grafica mostra come su ben 51 linee di identificazione grafica, l’unico elemento discordante lo si ritrova nella parte delle orecchie, che i non vedenti disegnano nettamente più grandi (probabilmente perché toccate nel processo di riconoscimento di una persona).
Appurato che i non vedenti sognano esattamente come i vedenti, è normale porsi un’altra domanda: come fanno i ciechi a vedere (seppur in sogno) cose che non hanno in realtà mai visto? La comunità scientifica, per ora, fa solo ipotesi. Si pensa, infatti, che le immagini possano generarsi dalla “cooperazione” tra l’attività della corteccia visuale con l’attività degli altri organi sensoriali, quali tatto, udito, olfatto e gusto. Non è poi escluso, però, che l’essere umano possieda una sorta di banca dati di immagini “innate”, utilizzate per preservare la specie.
Pubblicata su “Cognitive Brain Research”, la ricerca del laboratorio del sonno dell’Università di Lisbona è stata premiata al congresso della Società Europea di ricerca sul sonno.
In un certo qual modo i sogni sono una riproduzione, più o meno fedele, della realtà che viene percepita durante la veglia; ad esempio, mentre guido la macchina in sogno, non vedo le altre macchine che sfrecciano ma, semplicemente, non vado a sbattere e giungo al luogo prefissato, fantastico no? Quindi, il modo di sognare dei ciechi è pressoché simile alla percezione che essi stessi hanno della realtà quando sono svegli: ambienti, luoghi, persone, voci, impressioni tattili, emozioni, situazioni reali o inverosimili… l’unica differenza è che, a volte, nei sogni sai già quello che stai vivendo e che ti circonda, quindi non hai bisogno di toccare l’ambiente in cui ti trovi per esplorarlo e per capire dove sei.
Non ho mai sognato di vedere o di acquistare miracolosamente la vista. Ho fatto i sogni più assurdi in cui diventavo di tutto o mi capitava l’inverosimile; ma nei miei sogni ero e sono stato sempre cieco, avendo, quindi, percezioni e comportamenti dacieco.
Tra l’altro, altra curiosità, per molti ciechi dormire spesso è un vero problema.
Otto ciechi su dieci (esattamente l’ottantatre per cento, secondo una recente inchiesta condotta in Francia), si lamentano, sia di dormire male, sia di aver difficoltà a mantenersi svegli. Il disturbo è già presente nei bambini ciechi.
La natura ciclica di questa particolare insonnia, suggerisce come causa un difetto di sincronizzazione di quel ritmo (sonno/veglia) detto “circadiano” (cioè di quasi un giorno).
Il naturale succedersi della luce e dell’oscurità, fornisce ai vedenti gli elementi chiave per regolare quel ritmo di 24 ore che chiamiamo “ritmo biologico”. I segnali luminosi che giungono alla retina vengono convogliati al sistema nervoso centrale, fino a raggiungere l’orologio biologico centrale, localizzato in un nucleo di cellule nervose posto al di sopra del “chiasma ottico” (l’incrocio delle vie ottiche centrali) detto quindi “nucleo soprachiasmatico”. Questo nucleo è localizzato, a sua volta, nella zona dell’ipotalamo, una delle aree più cruciali per la regolazione delle funzioni vegetative.
Per un cieco, spesso, non è sufficiente l’uso di sveglie, adattarsi a ritmi di lavoro costanti, compiere pasti e sonno ad ore regolari per mantenere un ritmo “circadiano”. Malgrado ogni sforzo, esso tende a slittare in una condizione chiamata “di ruota libera” dominata dal ciclo naturale, che è più lungo di circa mezz’ora di quello planetario, e che tende a dominare su questo.
Tale errore tende a divenire costante, portando l’individuo fuori orario normale.
Circa una volta ogni due settimane, a volte anche meno, infatti, a me (che già normalmente mi addormento tardissimo!) capita di passare la notte completamente in bianco… altro che sogni, e, quando non dormo, penso a cosa scrivere nel blog o a quale video fare sul canale youtube.