ELOGIO DELLA NOIA

Aggiorno oggi questo articolo con il video registrato ieri in una giornata quasi primaverile.

Siamoabituati a considerare la noia come uno status da evitare con tutte le nostreforze.

Riempiamo le nostre giornate già gremite di impegni con ogni genere di attività: non ultime le innumerevoli occhiate agli smartphones, che estraiamo alla fermata degli autobus, in attesa dal medico, in coda al centro commerciale. Portiamo i nostri poveri banbini in giro come pacchi postali ad ogni genere di corsi o attività facendoci anche noi del male per incastrare anche i nostri di impegni: palestra, tennis e quant’altro. Non ci diamo proprio il tempo di annoiarci, neppure davanti alla televisione dove, senon cadiamo in catalessi, facciamo zapping sfrenato. Eppure proprio la noia è un valore da non trascurare. Ricordo da bambino i momenti di noia pura nei mesi estivi, quando tornavo a casa dal collegio:  (mamma, dammi qualcosa da fare) e mia madre che rispondeva: stai tranquillo, riposati, leggi, scrivi; in pratica, arrangiati che io ho tanto da fare. Ora ringrazio: la noia attiva la mente, accende la creatività, la nostra fantasia. Magari avessi ora più momenti di noia per meditare soluzioni, per pensare e progettare. Per fortuna l’umiltà del mio lavoro di attesa, mi aiuta a crearmi bolle di pseudo-noia che mi consentono di rifiatare; altrimenti, come potrei scrivere nel blog e curare il canale youtube?

Persuffragare quanto già probabilmente sappiamo, i soliti studi suggeriscono che alcunimomenti di noia, costituiscono una pausa del nostro cervello ai box per fare unpieno di benzina creativa. In un saggio del 1930intitolato La conquista della felicitàBertrand Russellscriveva:“Una generazione che non riesce a tollerare la noia è una generazione diuomini piccoli, nei quali ogni impulso vitale appassisce”.

Dunque la noia è necessaria per la salute mentaledi un individuo e, paradossalmente, un ingrediente irrinunciabile per ilcorretto funzionamento dei processi creativi.La dottoressa Sandi Mann della University of Central Lancashire ha condottouna serie di esperimenti volti a studiare l’effetto di noia e distrazioni sullavoro creativo. In uno di questiesperimenti, Mann chiedeva a un gruppo di 40 studenti di svolgere un compito ripetitivo e pocostimolante come copiare numeri di telefono. In unaseconda fase a questo gruppo e a un gruppo di controllo veniva chiesto di trovareil maggior numero di utilizzi possibili per due tazze di polistirolo:il gruppo che aveva dovuto copiare i numeri delle rubriche si rivelava semprepiù inventivo di quello di controllo.

In parole povere, nei momenti di noia, il nostro cervello ha spazio a sufficienza per perdersi in divagazioni e sogni a occhi aperti che, come Moshe Bar e altri scienziati hanno dimostrato, hanno un ruolo cardine nei processi cognitivi. D’accordo, cosa dobbiamo fare, allora? La risposta non è così semplice. L’idea stessa di cercare volontariamente di annoiarsi è talmente stupida che nemmeno andrebbe presa in considerazione: un conto è decidere di dedicare tempo al relax, o al sonno, farsi una pennichella o una passeggiata. Ma come si fa ad annoiarsi di proposito? La risposta è: non si può. Semmai, questo sì, possiamo metterci nella condizione di poterci annoiare. Mettersi nella condizione di potersi annoiare (per esempio tenendo in tasca il proprio smartphone, o anche semplicemente accettando la possibilità di non passare del tempo senza nulla da fare), potrebbe non essere una cattiva idea. Fermo restando che la noia è un processo mentale ancora tutto da studiare che, a sua volta, presenta una serie di lati negativi. Dal punto di vista clinico, la noia viene spesso collegata a disturbi di controllo degli impulsi, episodi di bulimia, abuso di sostanze psicotropee persino ai problemi di gioco d’azzardo. Per non parlare del fatto che alcuni individui presentano una naturale predisposizione alla noia, che può diventare una condizione endogena e cronica.

Insomma, per quanto annoiarsi possa risultarefrustrante, forse, invece che evitarla come la peste, è il caso di imparare atollerarla. Dopotutto, come diceva Walter Benjamin: “Se il sonno è l’apogeo del rilassamento fisico,la noia è l’apogeo del rilassamento mentale.”

Qui il video dell’articolo. Leggi tutto “ELOGIO DELLA NOIA”

SE SEMBRA IMPOSSIBILE, ALLORA SI PUÒ FARE.

le sfide piccole e grandi, mi hanno sempre affascinato; sono state il viatico della mia vita, la molla che mi ha lanciato nel superamento degli ostacoli.

mi ha catturato il titolo di questo libro di beatrice vio, la famosa schermitrice paraolimpica, “se sembra impossibile allora si può’ fare”. mi sono sentito personalmente coinvolto: stesso approccio alla vita, stessa volontà’ di non arrendersi affrontando le difficoltà’ con il sorriso.

magari non diventerà’ una scrittrice, pero’ la lettura risulta scorrevole e finisce per diventare un libro motivazionale, di stimolo per tutti quelli che, pur avendo tutto, si deprimono, si piangono addosso e buttano via le energie migliori lamentandosi.

Ho letto-ascoltato il libro da audible, una piattaforma di libri letti da lettori professionisti che aggiungono valore all’opera stessa. Ho inserito qualche scampolo nel video che ho fatto per youtube.

https://youtu.be/PrIPl3-JfJI

VIETATO LAMENTARSI.

Sicuramente non ERA passata inosservata la notizia del cartello che era apparso sulla porta di casa Santa Marta. Era stato donato a papa Francesco un cartello dallo psicoterapeuta Salvo Noè durante una udienza, con 2 parole molto semplici: vietato lamentarsi. Si perché siamo tutti lagnosi e ci lamentiamo proprio di tutto; sempre: del tempo “troppo Caldo”, “troppo freddo”, Che fastidio questo o quello. Si sbuffa per una cosa che ci viene detta, ci si lamenta per l’insoddisfazione che ci induce una certa cosa: ci si lamenta proprio sempre.

L’atteggiamento ci fa diventare dei perenni vittimisti e di ogni cosa vediamo esclusivamente il lato negativo. Tutto ciò è distruttivo: la parola è generativa, se dico che una persona è antipatica, induco gli altri a pensare che questa è davvero antipatica. Certo la lamentela è talmente istintiva che dobbiamo dominarci per evitare di farla; certo che produciamo uno sforzo per trovare dei lati positivi ma, se lo faremo più e più volte, questo stile diventerà per noi abitudine e i risultati poi saranno tangibili. Qualcuno potrebbe reagire dicendo che infondo l’entusiasmo non dà da mangiare, però l’entusiasmo e comunque un pensiero positivo può trovare il modo per cercarci da mangiare.

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