Cosa cambierei di questa società moderna?

Cosa cambieresti della società moderna?

Sarebbe troppo banale e semplice fare un resoconto di tutto quello che noi vorremmo cambiare in questa società moderna? Credo di sì, Sarebbe anche pleonastico dal momento che quello che vorrebbe cambiare una persona sta perfettamente bene all’altra. Ma soprattutto sarebbe Quasi impossibile determinare il modo in cui vorremmo cambiare qualche cosa: più che sulle cose che vorremmo cambiare, ad esempio la giustizia, l’alienazione, la schiavitù delle cose, è molto molto altro.

Ricordiamoci sempre che il cambiamento costa risorse e fatica.

Se decidessimo ad esempio di voler cambiare un aspetto negativo della nostra società: la giustizia ad esempio. Sarebbe assurdo dire solo di volerla cambiare, in questo modo non lo cambieremo mai: occorre la fatica di pensare, di creare, di argomentare, di strutturare modalità nuove. Occorrono competenze, Risorse, disponibilità al sacrificio. Requisiti molto molto difficili da avere proprio perché appunto, il cambiamento costa davvero fatica… siamo quindi davvero disposti a cambiare qualcosa? Lo siamo solo se riusciamo a capire che la fatica vale davvero la pena. oppure siamo disponibili a cambiare perché siamo costretti da circostanze esterne, perché l’attuale situazione è diventata davvero insostenibile.

Quindi dobbiamo cambiare, oppure non dobbiamo cambiare?

Il cambiamento si impone. Guai a chi dovesse pensare di non cambiare mai, di rimanere estaticamente ancorato a situazioni, circostanze, in definitiva a questo stato di cose. Solo il cambiamento infatti ci manda in crisi, solo il cambiamento ci salva dalla crisi. Solo la crisi ci fa crescere; in definitiva, solo il cambiamento ci permette di evolverci e di crescere.

Cerco l’avventura per vivere possibilmente 2 vite.

Cerchi sicurezza o avventura?

Tutti purtroppo tendiamo alla sicurezza, specialmente in questi tempi. L’uomo però è da sempre tentato dall’avventura e si è evoluto proprio grazie a quell’impulso. La sicurezza conserva, e guai se non si tendesse in parte a quello status. Abbiamo anche bisogno di stabilità e comunque la sicurezza è molto meno faticosa. o, per dirla meglio, noi tendiamo a fare meno fatica possibile per poi godere i frutti di quel poco che abbiamo fatto.

L’avventura e soprattutto il cambiamento, costano molta fatica.

Cambiare non è facile, Dobbiamo mettere in campo esperienza, forza, intelligenza, Tenendo conto del rischio che si corre nel caso dovessimo fallire. E, siccome il fallimento è costantemente dietro l’angolo e siamo abituati ad evitarlo a tutti costi, il nostro desiderio di avventura e frenato, anche se per fortuna, il nostro istinto ci porta a viverne diverse di avventure perché abbiamo bisogno di testare le nostre forze, di saggiare la nostra capacità di adattamento.

In conclusione: avventura con sicurezza?

Non dobbiamo né possiamo sottrarci sia alla ricerca della sicurezza che a quella dell’avventura. Per quanto mi riguarda, un certo equilibrio con una leggera prevalenza verso l’avventura è il mio status ideale. Chi è curioso sostanzialmente cerca l’avventura, e io lo sono parecchio.

La serenità non ha prezzo.

Cosa potresti lasciar perdere, per amore dell’armonia?

Quanto costa la serenità! Moltissimo: spesso per conseguirla, o almeno per un certo periodo e comunque non è mai assoluta, dobbiamo volerla a tutti i costi

A volte devi rinunciare a parlare, talvolta devi non lottare strenuamente per aver ragione ma, la serenità ti fa ragionare e ti rischiara la mente.

Dobbiamo sacrificare anche le nostre idee?

Dipende: il parametro è sempre la nostra serenità “la nostra salute mentale` Se la rinuncia ci fa stare male, allora meglio non sacrificare i nostri valori, le nostre idee. Se invece si analizzano le situazioni e ilcompromesso ci rende sereni, allora per amore del costruire in gruppo, per rispetto della nostra quiete e per il rispetto degli altri, si può accettare.

La storia di una cattiva assistenza clienti.

Sempre più abbiamo bisogno di servizi: providers, gestori telefonici, tv a pagamento, gestori di siti, blog, cms e chi più ne ha più ne metta.

Tali servizi risultano sempre più complessi: pacchetti aggiuntivi, rinnovi, opzioni da attivare, per cui spesso nasce l’esigenza di avere assistenza.

ed è proprio a questo punto che ti rendi conto di essere intrappolato in un vortice infernale. Sparita l’assistenza telefonica che, malgrado la lentezza, era pur sempre un contatto umano, dove potevi incontrare una persona incompetente, sgarbata, ma anche un vero esperto, un tpo educato.
Ora dobbiamo destreggiarci con risponditori automatici, chat, operatori virtuali che non sono certamente all’altezza di comprendere le nostre esigenze. Subentra la frustrazione. Nel video un racconto dell’ultima mia vicissitudine con questo genere di assistenza, sempre più in voga.

I primi cento anni dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

Il 26 ottobre del 1920 a Genova, veniva fondata l’Unione dei Ciechi e degli Ipovedenti da Aurelio Nicolodi che fu anche il primo presidente. Il 26 ottobre del 2020, sempre a Genova, il centenario è celebrato dall’annullo di un francobollo commemorativo.

Da allora i non vedenti hanno preso gradatamente coscienza delle loro capacità e opportunità, lottando per affermare i loro diritti, ma le sfide continuano…

Leggi tutto “I primi cento anni dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.”

21 febbraio, giornata nazionale del braille.

Tra poche ore, sarà la giornata nazionale del braille che, per legge del 2007, si festeggia domani. Il sistema di scrittura e lettura braille per i non vedenti è stato fondamentale. Li ha infatti in poco tempo, portati da una situazione di totale isolamento e l’ignoranza, ad uno stato dignitoso nel quale possono essere integrati. In questo video realizzato camminando, ne parlo con un amico e mi confronto con lui sulla prospettiva di chi vede e di chi non vede.www.youtube.com/watch

Qualche analogia tra accompagnamento ai non vedenti e accompagnare nella catechesi.

Ho ovviamente una grande esperienza di accompagnamento: da non vedente mi capita quotidianamente. Ho sperimentato sulla mia pelle diverse modalità utilizzate, specialmente da chi non è abituato a farlo. Tutto va bene, le persone che accompagnano sono da benedire. Comunque, c’è chi ti affianca senza toccarti che va bene se stai attraversando il deserto del sahara ma, immaginate di farlo in una strada trafficata con rumori di ogni tipo. Poi si resta indietro o si va troppo avanti e l’accompagnatore va in ansia così come l’accompagnato. L’altro sistema, molto utilizzato, è quello di afferrare per il braccio e spingeree l’accompagnato. Sistema non particolarmente indicato perchè l’accompagnato resta un passo avanti esposto al rischio di andare addosso agli ostacoli. Oppure l’accompagnatore deve strattonare, tirare, spostare e il tutto risulta faticoso e irritante. Il terzo sistema è il più interessante: l’accompagnatore dà il braccio all’accompagnato restando lui un passo in avanti. Sarà in grado di dare indicazioni in modo estremamente naturale.

Similmente avviene nella catechesi. La catechesi sta cambiando: non più il maestro che catechizza, ma l’accompagnatore, il compagno di viaggio che fa vivere l’Esperienza della Fede. Lascio il link al mio canale youtube nel quale parlo di questo.

www.youtube.com/watch

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