Sono in treno, di ritorno da un convegno. Non viaggio più spesso come un tempo quando studiavo a Torino, poi a Bologna. Guardandomi intorno, sarebbe dire Ascoltando intorno, perchè la mia vista non supera il micron di distanza, non posso fare a meno di rimarcare differenze e far affiorare ricordi. Un tempo viaggiavo da solo, altro che assistenza come c’è oggi, che Dio li benedica; ricordo ,di aver sempre trovato qualcuno disponibile ad aiutarmi a salire o scendere dai treni. Ricordo una ragazza disperata all’idea che mi fossi alzato con anticipo prima che il treno raggiungesse la stazione: !cosa vuoi fare, ricordati che la vita è bella nonostante tutto”, “tesoro mio, non ho alcuna intenzione di buttarmi dal treno in corsa, la vita è proprio bella. Volevo solo raggiungere la porta per poter scendere subito` Per quanto riguarda le differenze, non posso non ricordare il vociare intensissimo: non c’erano cellulari e le persone si presentavano, si conoscevano e raccontavano la loro vita. Molti incontri e amicizie vere sono nate in treno. OGGI è tutto più silenzioso, quasi asettico: dialoghi solo tra persone che viaggiano insieme, per il resto, suonerie di tutti i tipi, conversazioni telefoniche, musica ascoltata in cuffia, qualche lettura, innumerevoli like sui social. “Devo cambiare telefono”, dice una, “ma questa volta passi ad android o resti con apple?” “ah io apple tutta la vita, scherzi”! @
Insomma non voglio nè rievocare e giudicare se era meglio prima o adesso; Semplicemente, ascolto, registro: mi Ascolto intorno.