Interessante workshop all’università di Alessandria, sulle sintesi vocali. Possono essere di supporto per gli studenti con DSA?

Possibile utilizzare una sintesi vocale per gli studenti con Dsa?
Pubblico nel mio blog un articolo da “corriere al”, perchè ho partecipato a questa iniziativa.
È possibile utilizzare strumenti come le sintesi vocali per aiutare gli studenti con DSA nel loro percorso di studi? A questa domanda hanno provato a rispondere Abilitando Onlus e il Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale.
Mercoledì 27 febbraio gli studenti del DISIT hanno partecipato ad un incontro in cui è stato presentato un panorama sui software di sintesi vocale gratuiti attualmente disponibili per PC Windows e dispositivi mobili Apple. Queste soluzioni, originariamente nate per aiutare persone con disabilità visive, si dimostrano un valido supporto a costo zero anche per studenti con disturbi specifici dell’apprendimento, per facilitarli nell’apprendimento delle materie di studio.
La sintesi vocale, infatti, è la trasformazione del testo scritto in testo parlato grazie alla particolare tecnologia text-to-speech (TTS), cioè “dal testo al vocale”: il testo in formato digitale viene trasformato in una traccia audio, ed è così possibile arrivare ad una autonomia nella lettura e, soprattutto, nello studio.
Nel corso dell’incontro, sotto forma di workshop in uno dei laboratori di informatica del Dipartimento, sono stati utilizzati lo screen reader gratuito NVDA in ambiente Office per la lettura di documenti ed è stata presentata la sintesi vocale Voice Over in ambiente Apple.
La singolare iniziativa, rivolta agli studenti e ai docenti del DISIT è stata organizzata dall’associazione Abilitando Onlus in collaborazione con Valter Scarfia, vicepresidente dell’Unione Ciechi Piemonte, e dal Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica.
Si tratta della prima iniziativa organizzata a seguito della convenzione che è stata recentemente sottoscritta dall’Associazione Abilitando che si occupa di tecnologie applicate al mondo della disabilità (e che organizza l’omonimo evento a Bosco Marengo e ha ricevuto importanti riconoscimenti come la Medaglia del Presidente della Repubblica e l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo) e il dipartimento alessandrino dell’Ateneo.
La convenzione suggella una collaborazione ormai consolidata da tempo che già aveva portato alla creazione dell’applicazione per smartphone “GuidApp”, creata per permettere a persone non vedenti o ipovedenti di fruire in piena autonomia di mostre e musei, e lanciata in occasione della mostra “Alessandria città delle biciclette”.
«Abbiamo sottoscritto questa convenzione – dice Paolo Robutti, presidente e fondatore di Abilitando – con il fine di collaborare stabilmente tra di noi e con altri enti di ricerca e associazioni. La nostra ambizione è di partecipare insieme a bandi di progetto a livello nazionale e internazionale e di realizzare progetti coinvolgendo gli studenti del DISIT, sostenendo e promuovendo tesi di laurea triennali e magistrali che affrontino il tema della disabilità e della tecnologia, per superare quegli ostacoli che ancora oggi si frappongono alla piena autonomia della persona con disabilità».
«La stipula della convenzione tra il DISIT e Abilitando – sottolinea il professor Massimo Canonico, docente di Informatica del DISIT – ufficializza una collaborazione che già da alcuni anni ci vede coinvolti. Infatti, grazie a questa collaborazione si è potuto erogare borse di studio che hanno reso possibile la creazione di vari progetti riguardanti lo sviluppo di applicazioni mobili atte a favorire l’accesso museale oppure la consultazione di quotidiani online per persone ipo o non vendenti. Questa convenzione è quindi un incentivo a proseguire questa strada con l’obiettivo di rendere sempre più inclusivi i prodotti informatici nell’immediato futuro».
Referenti scientifici della collaborazione sono: Paolo Robutti, presidente di Abilitando Onlus, e Massimo Canonico, docente di Informatica del DISIT.

È arrivato Perlego: lo spotify del libri universitari.

Ci guadagnano gli editori. Ci guadagnano gli studenti. Mette tutti d’accordo Perlego, la nuova applicazione che dispone online, in formato ebook, un gran numero di libri universitari. Nell’epoca in cui tutto va in streaming e on-demand, dalla musica ai film passando per le riviste, anche i libri universitari non sfuggono al vento dell’innovazione e delle rinnovate modalità di fruizione dei contenuti arrivate con la rete.
Così Perlego, fondata nel Regno Unito da Gauthier Van Malderen e Oliviero Muzi Falconi, due ex studenti della Bocconi di Milano, ha deciso di portare sul web un catalogo di oltre 200mila libri universitari. Già perché, per uno studente universitario, procurarsi i testi su cui preparare gli esami non è mica facile. I costi da affrontare non sono proprio irrisori. Una ricerca, condotta nel 2013 da Studenti.it su 3 corsi di laurea in 9 Atenei italiani, aveva calcolato una spesa annuale che va dai 400 agli oltre 1000 euro.
Se si aggiungono le spese per le tasse universitarie, ecco che laurearsi comporta un peso oneroso sulle spalle degli studenti e delle loro famiglie. Carico che aumenta nel caso degli studenti fuori sede: un rapporto pubblicato lo scorso settembre da Federconsumatori ha certificato una spesa, per chi sceglie di studiare lontano dalla sua città d’origine, che oscilla dai circa 7.000 ai quasi 9.000 euro annui.
Così è facile che uno studente universitario cerchi le più svariate soluzioni per risparmiare sui costi dei libri. A partire dall’acquisto di copie usate da amici passando dallo scambio sui vari gruppi Facebook dedicati e dai prestiti nelle biblioteche. Dove, però, il periodo concesso per leggere e approfondire il libro si esaurisce in fretta prima di arrivare preparati all’appuntamento con il temuto esame.
E poi ci sono le vie “alternative”: fotocopie integrali dei volumi, messe a disposizione in maniera poco legale dalle classiche copisterie site nei dintorni degli atenei – in barba alla regola del 15% di pagine riproducibili – o copie in pdf, caricate su forum e piattaforme peer to peer. Un po’ come accade per il download pirata di contenuti audiovisivi, problematica che piattaforme come Spotify, per la musica, e Netflix, per film e serie tv, stanno affrontando con un’offerta di contenuti in streaming e on-demand. Allo stesso modo sembra comportarsi Perlego.
Nonostante un’iniziale diffidenza verso la proposta, le case editrici hanno sposato l’idea dei due ex bocconiani: “Li abbiamo convinti – ha dichiarato Oliviero Muzi Falconi a Repubblica – con il nostro modello di business, mirato a retribuire le case editrici efficacemente, restituendo loro la maggior parte del profitto ricavato dalla subscription, in base all’utilizzo mensile dei libri e a una lista-prezzi digitale dei loro titoli, anch’essa stilata per mese”. Il catalogo è attualmente limitato alla lingua inglese. Ma i founder si preparano a sbarcare in Italia e a invadere il mercato dei testi anche in italiano e in audio, per la scuola dell’obbligo. Anche qui con un obiettivo comune: far felici gli studenti senza scontentare gli editori. Il tutto puntando sull’innovazione. Naturalmente, per non danneggiare gli editori, il tutto può essere fruito rigorosamente on line: non è ammesso il dowwnload.

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