Quale è la cosa più importante che non dimentichi quando esci di casa?

Qual è la cosa più importante da portare sempre con te?

Siamo carichi fino all’inverosimile di accessori, orpelli talvolta ritenuti utili o addirittura necessari, ma alla fine potremmo davvero farne a meno. Siamo preda delle abitudini e il nostro cervello cerca di sviluppare per non dover affrontare la fatica di cambiare. Esiste però una gerarchia di oggetti o abitudini alla quale sottostiamo.


la scala dei valori è proporzionale al tempo di utilizzo.

Ricordo un gioco nel quale si chiedeva di scandire la giornata in base al tempo che si dedicava. Ci si rendeva conto che mentre per alcune cose che si reputano di poco conto, si dedicava un tempo sorprendentemente lungo. La televisione una volta, internet, lo smartphone si mangiano tutto il nostro tempo libero. E quindi per noi queste cose sono importanti? haimè si. e l’unico modo per invertire la rotta è farne un utilizzo più sobrio. Il telefonino poi lo tiriamo fuori centinaia di volte dalla tasca e come potremmo dimenticarlo a casa! Quando succede, è una tragedia. Siamo schiavi? Si. Siamo indipendenti? no. Possiamo venirne fuori? Si ma con uno sforzo non indifferente di volontà. Ma magari poi scopriamo che altre cose diventano importanti, e allora? Il solito equilibrio si impone. @

queste melanzane imbottite evocano bei ricordi.

Oggi nel mio canale youtube ho pubblicato una delle innumerevoli ricette di melanzane ripiene, molto buone ed estive. Il gusto di queste melanzane però mi fanno tornare indietro nel tempo. Sarà il profumo, il sapore! sappiamo che le fragranze soprattutto, sono strettamente connesse con i ricordi del passato lontano: il profumo del pane per esempio. Ecco che il cibo suscita emozioni.

Il mare e i piknik

Allora non si andava al ristorante, eravamo 3 famiglie e 6 o 7 bambini. Si preparavano nelle famiglie il giorno prima, sontuosi panini con carne impanata, melanzane al forno e si riempivano borse col ghiaccio. Le auto erano senza aria condizionata e i sedili in finta pelle. Dopo il bagno, si cercavano pinete o un po’ di ombra e questi panini venivano distribuiti. Tutto più semplice.

Cosa cambierei di questa società moderna?

Cosa cambieresti della società moderna?

Sarebbe troppo banale e semplice fare un resoconto di tutto quello che noi vorremmo cambiare in questa società moderna? Credo di sì, Sarebbe anche pleonastico dal momento che quello che vorrebbe cambiare una persona sta perfettamente bene all’altra. Ma soprattutto sarebbe Quasi impossibile determinare il modo in cui vorremmo cambiare qualche cosa: più che sulle cose che vorremmo cambiare, ad esempio la giustizia, l’alienazione, la schiavitù delle cose, è molto molto altro.

Ricordiamoci sempre che il cambiamento costa risorse e fatica.

Se decidessimo ad esempio di voler cambiare un aspetto negativo della nostra società: la giustizia ad esempio. Sarebbe assurdo dire solo di volerla cambiare, in questo modo non lo cambieremo mai: occorre la fatica di pensare, di creare, di argomentare, di strutturare modalità nuove. Occorrono competenze, Risorse, disponibilità al sacrificio. Requisiti molto molto difficili da avere proprio perché appunto, il cambiamento costa davvero fatica… siamo quindi davvero disposti a cambiare qualcosa? Lo siamo solo se riusciamo a capire che la fatica vale davvero la pena. oppure siamo disponibili a cambiare perché siamo costretti da circostanze esterne, perché l’attuale situazione è diventata davvero insostenibile.

Quindi dobbiamo cambiare, oppure non dobbiamo cambiare?

Il cambiamento si impone. Guai a chi dovesse pensare di non cambiare mai, di rimanere estaticamente ancorato a situazioni, circostanze, in definitiva a questo stato di cose. Solo il cambiamento infatti ci manda in crisi, solo il cambiamento ci salva dalla crisi. Solo la crisi ci fa crescere; in definitiva, solo il cambiamento ci permette di evolverci e di crescere.

Cerco l’avventura per vivere possibilmente 2 vite.

Cerchi sicurezza o avventura?

Tutti purtroppo tendiamo alla sicurezza, specialmente in questi tempi. L’uomo però è da sempre tentato dall’avventura e si è evoluto proprio grazie a quell’impulso. La sicurezza conserva, e guai se non si tendesse in parte a quello status. Abbiamo anche bisogno di stabilità e comunque la sicurezza è molto meno faticosa. o, per dirla meglio, noi tendiamo a fare meno fatica possibile per poi godere i frutti di quel poco che abbiamo fatto.

L’avventura e soprattutto il cambiamento, costano molta fatica.

Cambiare non è facile, Dobbiamo mettere in campo esperienza, forza, intelligenza, Tenendo conto del rischio che si corre nel caso dovessimo fallire. E, siccome il fallimento è costantemente dietro l’angolo e siamo abituati ad evitarlo a tutti costi, il nostro desiderio di avventura e frenato, anche se per fortuna, il nostro istinto ci porta a viverne diverse di avventure perché abbiamo bisogno di testare le nostre forze, di saggiare la nostra capacità di adattamento.

In conclusione: avventura con sicurezza?

Non dobbiamo né possiamo sottrarci sia alla ricerca della sicurezza che a quella dell’avventura. Per quanto mi riguarda, un certo equilibrio con una leggera prevalenza verso l’avventura è il mio status ideale. Chi è curioso sostanzialmente cerca l’avventura, e io lo sono parecchio.

La serenità non ha prezzo.

Cosa potresti lasciar perdere, per amore dell’armonia?

Quanto costa la serenità! Moltissimo: spesso per conseguirla, o almeno per un certo periodo e comunque non è mai assoluta, dobbiamo volerla a tutti i costi

A volte devi rinunciare a parlare, talvolta devi non lottare strenuamente per aver ragione ma, la serenità ti fa ragionare e ti rischiara la mente.

Dobbiamo sacrificare anche le nostre idee?

Dipende: il parametro è sempre la nostra serenità “la nostra salute mentale` Se la rinuncia ci fa stare male, allora meglio non sacrificare i nostri valori, le nostre idee. Se invece si analizzano le situazioni e ilcompromesso ci rende sereni, allora per amore del costruire in gruppo, per rispetto della nostra quiete e per il rispetto degli altri, si può accettare.

Ermitage de Saint Grat: protettore delle tempeste della vita.

Un periodo di ferie camminando in montagna, godendo del fresco e soprattutto dei benefici della natura. Non solo però: la sosta dalle corse quotidiane soprattutto è la cosa fondamentale. E così, quando una camminata in salita porta ad una meta di pellegrinaggio da secoli, fermarsi è più bello e corroborante.
Saint Grat si trova nella Valle d’Aosta a 1500 metri, più o meno, è un luogo dove il Vescovo Grato del quinto secolo dopo cristo soleva fermarsi e trascorrere dei periodi in eremitaggio, lontano dalle sue incombenze pastorali.

Da allora molti, direi moltissimi hanno percorso lo stesso cammino e ancora oggi da Aosta qualcuno arriva in questo luogo attraverso i sentieri nei boschi e le mulattiere.

San Grato è considerato non solo il patrono dell’agricoltura, ma soprattutto protettore dalle tempeste della vita.

La storia di una cattiva assistenza clienti.

Sempre più abbiamo bisogno di servizi: providers, gestori telefonici, tv a pagamento, gestori di siti, blog, cms e chi più ne ha più ne metta.

Tali servizi risultano sempre più complessi: pacchetti aggiuntivi, rinnovi, opzioni da attivare, per cui spesso nasce l’esigenza di avere assistenza.

ed è proprio a questo punto che ti rendi conto di essere intrappolato in un vortice infernale. Sparita l’assistenza telefonica che, malgrado la lentezza, era pur sempre un contatto umano, dove potevi incontrare una persona incompetente, sgarbata, ma anche un vero esperto, un tpo educato.
Ora dobbiamo destreggiarci con risponditori automatici, chat, operatori virtuali che non sono certamente all’altezza di comprendere le nostre esigenze. Subentra la frustrazione. Nel video un racconto dell’ultima mia vicissitudine con questo genere di assistenza, sempre più in voga.

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